giovedì 29 agosto 2019

Il cuore oltre la rete. Perché il tennis è lo sport per tutti gli atleti.....

Perché il tennis e' lo sport per tutti gli atleti.

Qualsiasi sciatore, calciatore, pilota, scalatore, cestista, ciclista , golfista ...gioca, durante il tempo libero, a tennis. Anzi, il tennis è consigliato da qualunque allenatore. Il tennis è, infatti, uno sport estremamente faticoso ma, anche, estremamente completo; quasi il settantacinque per cento dello sforzo fisico si compie nel momento in cui si colpisce la palla! Eppure, se le gambe non ci portano alla giusta distanza, tutto risulta inutile. Personalmente ho, da sempre, avuto un rapporto di "odio e amore" con questo sport; tanti che mi hanno, da bambino, visto giocare mi hanno da sempre considerato uno che "aveva il braccio ma non la testa"...Ecco, la testa! Leggo un articolo dello psichiatra Paolo Crepet nel quale il professore afferma come la competizione non selezioni i migliori ma i meno sensibili. Per quanto concerne il tennis credo che questa definizione possa calzare alla perfezione, almeno nel mio caso. Io sono una persona, forse, ipersensibile e molto emotiva, non ho memoria di quante partite avrei potuto, da giovanissimo, vincere se non avessi avuto il cosiddetto "braccino"... E già, perchè quando hai paura di sbagliare il movimento del braccio rallenta e la palla, paradossalmente, va lunga. Il tennis è uno sport particolare perchè devi ragionare ma, allo stesso tempo, spegnere la testa ...pensate "ragionare e spegnere la testa"...sembra una contraddizione ma non lo è! Significa non avere paura di sbagliare...che non è, poi, forse, il grande freno nella vita di tutti noi? Sono discorsi che aprono mondi e che affronterò nel tempo....Vorrei, tuttavia, tornare al punto principale di questo articolo; l'universalità del tennis. Il tennis è uno sport praticato da qualsivoglia sportivo perché non è uno sport di contatto ( il rischio di infortuni è, quindi , limitato) ed è uno sport dove agilità, velocità, forza elastica e coordinazione fanno da padroni. Il tennis non logora solo il fisico ma la mente...quella moltissimo, ed ecco che, allora, torniamo alle parole del professor Crepet quando asserisce che "la competizione non seleziona i migliori ma i meno sensibili".
Non ho giocato seriamente per almeno venti anni, si qualche momento in cui mi è ripreso il matto, una settimana, forse due ...se negli ultimi venti anni avrò giocato un centinaio di ore è tanto ...Poi è successo che abbia dedicato il mio nuovo romanzo "Mostro, incubo senza fine" a colui che mi ha messo la racchetta in mano: Franco Belli, un dandy di altri tempi, fondatore de "Le Pleiadi" di Torino giocatore di Coppa Davis, figlio di un possidente terriero di Villarbasse che giudicava il tennis un "passatempo per rammolliti"; Emma, la mamma, per aiutare il figlio senza chiedere soldi a Umberto, detto Berto, suo marito e padre di Franco, andava ad accendere le caldaie alle quattro di mattina...una storia vera, una storia di altri tempi.
Quando non si gioca per tanto, tanto, tantissimo tempo, l'unico colpo che rimane è il servizio e...sapete per quale ragione? Perché è il solo colpo che si giochi da fermo! Franco mi costrinse a cambiare impugnatura e a provare e riprovare fino ad avere un servizio che Lui definiva "efficace".
Credo sia dovuto ad un fattore inconscio ma, in questi anni, in tutti i miei romanzi, i personaggi sono stati giocatori o ex giocatori di tennis così ho deciso di riprendere la racchetta in mano, seriamente: quest'anno vi sarò da spettatore ma il prossimo sarà da giocatore...ho deciso di partecipare ai Campionati Italiani Over 45 nel 2020...In fondo si terranno a Milano Marittima, un luogo che ho, da sempre, nel cuore. Sono certo di non poter arrivare nemmeno vicino al titolo ma il fatto di partecipare avrà, per me, comunque un significato: quello di non aver buttato nel dimenticatoio uno sport al quale ho dedicato tempo ed energie della mia vita fino ai venti anni.
( Ringrazio di cuore l'amico Paolo Pambianco per la supervisione e i consigli fornitomi oltre che per  essere stato lo sprone, con il suo esempio di sportivo vero, che mi ha portato alla determinazione di tornare a giocare)