venerdì 24 aprile 2020

Sportivi non delinquenti!


Orandum est ut sit mens sana in corpore sano.( Giovenale . Satire.) L’uomo, nell’intenzione del poeta, dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo. Il motto che da questa esortazione deriva, è, in realtà, una mistificazione del suo stesso significato: Giovenale non afferma che vi sia una mente sana in un corpo sano ma che sia obiettivo al quale l’uomo anela quello di possedere l’una e l’altro. In molti, certamente, sosterranno e sostengono che vi siano argomenti di maggiore importanza, piuttosto che lo sport, da affrontare in momenti drammatici come quello che stiamo vivendo … ma chi lo sostiene non comprende l’importanza della pratica sportiva nella società né, tantomeno, comprende la rilevanza sociale della stessa. Praticare attività sportiva non significa perdere tempo ma, molto spesso, scaricare tensioni, preoccupazioni, stanchezza mentale. Le sostanze neurochimiche rilasciate durante l’esercizio sono così potenti che vi potreste considerare dei farmacisti, auto-medicandovi! Vi è una forte correlazione tra la quantità di alcuni neurotrasmettitori nel cervello e il vostro stato d’animo. Infatti, come è stato più volte dimostrato, l’esercizio migliora l’ambiente chimico cerebrale, sia a lungo che a breve termine. Per le persone che invece, non sono clinicamente depresse, recenti studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico sia uno dei più affidabili “booster” dell’ umore. In un momento storico in cui si chiedono sacrifici impensati ai cittadini, lasciare loro una valvola di sfogo sarebbe stata cosa buona e intelligente, capace, magari, di placare polemiche e malumori.
Gli uomini e le donne di sport a qualsivoglia livello, dal professionista al dilettante, sono uomini e donne dedite a una disciplina, capaci anche di sacrifici e, soprattutto, attenti alle regole, sarebbero stati, dunque, i soggetti maggiormente controllabili e regolabili all’interno di un sistema avviato alla confusione; siamo certi che ragazzi e ragazze sarebbero stati capaci e perfettamente in grado di accettare allenamenti differenziati nello spazio e nel tempo secondo regole e regolamentazioni espresse con chiarezza.
Ci auspichiamo tutti che da questo errore, perché di errore si tratta, dell’aver impedito, anzi vietato, ai cittadini di poter praticare attività sportiva, anche in solitudine, si tragga, in futuro un insegnamento poiché siamo persuasi del fatto che molte polemiche sarebbero potute essere evitate e una forte mano sarebbe potuta essere lanciata dal mondo dello sport.  
Ci hanno avvilito immagini di elicotteri lanciati all’inseguimento di un povero tapino che sta correndo, da solo, in una spiaggia deserta così come i proclami tesi a demonizzare chi, da solo, avrebbe voluto interrompere una sorta di arresto domiciliare con un giro in bici o una passeggiata in montagna in solitudine, tutte situazioni in cui il contagio era ed è assolutamente impossibile. Ammettiamo che vi sia stato qualcheduno indisciplinato, soprattutto all’inizio quando la situazione era totalmente confusa ma d’uopo sarebbe stato sanzionare coloro che creavano assembramenti evitando di limitare le libertà di tutti, anche dei soggetti, degli atleti, degli amatori, dei dilettanti, responsabili e ligi alle regole perché non dobbiamo mai dimenticare che, in primis, il valore da tutelare sia la salute degli altri e nostra!   
Federica Brignone
Paolo Pambianco
Davide Diana
Mario Catania




mercoledì 22 aprile 2020

La"psicosi" spiegata da Trilussa.


Il termine “psicosi”, nella sua accezione più estesa, indica un fenomeno di apprensione , timore, paura, individuale o collettiva, che assume aspetti quasi morbosi; la cosiddetta “psicosi di massa” è, invece, un fenomeno socio psicologico che riguarda il manifestarsi degli stessi sintomi isterici in più di una persona.

Bonsenso pratico
“Quanno de notte sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello
Tutta la Folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’le braccia in croce.
Ma un Vecchio restò in piedi e, francamente
Voleva dije che nun c’era gnente

Poi ripensò: - Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzuolo:
ma più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione –
E pure lui se mise a pecorone.
( Trilussa . Cento Favole)

domenica 19 aprile 2020

Gli sport non sono tutti uguali.


Condivido una riflessione  scritta a quattro mani con il dottor Gianluigi Govagnoli responsabile dell’Ufficio Veterinario e Salute e Benessere del Cavallo Atleta della F.I.S.E.  Chiunque può facilmente comprendere le ragioni, anche di ordine pubblico, quanto mai stringenti in questo momento, sottostanti alla necessità di far ripartire uno sport in grado di tenere incollati al video milioni di telespettatori. Crediamo, tuttavia, occorra, oggi più che mai,  valutare anche altri parametri concernenti le differenti discipline sportive quali le distinzioni tra sport all’ aperto, con il contatto o senza il contatto, tra sport  individuali o di gruppo.                                      
 L’equitazione è uno sport dove il contatto ravvicinato tra gli atleti ( professionisti e non) è  impossibile a meno di almeno due metri di distanza , non fosse altro che per l’ingombro dell’animale stesso.  L’equitazione è uno sport il cui compagno è anch’ esso un atleta e un essere vivente il quale necessita di cure di vario tipo che possono essere demandate ad altri soggetti, che non siano i proprietari, per periodi di non troppo lunga durata: i cavalli necessitano di cure quotidiane,  di ferrature, di alimentazioni, che non sempre sono identiche gli uni per gli altri, necessitano di muoversi e, anche in questo caso, dobbiamo dire che non tutti sono abituati a farlo nello stesso modo.  Il nostro è uno sport che si svolge all’ aperto, sempre in grandi spazi e, dunque, crediamo sia assolutamente possibile ridare respiro alle attività equestri  dietro le quali gira un mondo fatto di operatori, gestori, amatori, atleti con una filiera  economica peculiare molto lunga, articolata e importante:  siamo convinti lo si possa fare in sicurezza sia per i proprietari che per i gestori delle strutture poiché non ci scordiamo che questa è la priorità.

mercoledì 8 aprile 2020

Cavalieri del buon senso


L’equitazione è uno sport assolutamente particolare poiché compagno di avventura è un essere vivente ed è un’attività che si può praticare in assoluta solitudine.  Essendo classificato tra “gli sport non di contatto" nell’ ottica di una, speriamo non troppo lontana, ripartenza sono certo che lo sport equestre possa essere uno dei primi a risorgere;  non dobbiamo, tuttavia scordare due componenti, in questo particolare momento storico decisamente importanti, riguardanti la sicurezza. Si! La sicurezza! Non possiamo scordare il fatto che l’equitazione sia uno sport potenzialmente pericoloso e non sarebbe certo questo il momento migliore per farsi male così come non possiamo sottovalutare il fatto che per rivedere i nostri cavalli dovremo accedere a strutture. Noi tutti, dunque, dovremo essere “cavalieri del buon senso” rispettando indicazioni precise di accesso ai circoli esattamente come, in un’azienda, verranno rispettate le precauzioni imposte dal legislatore. Se necessario potremmo anche scoprire un nuovo modo di approcciarci al nostro sport pensando, ove lo ritenessimo più sicuro, magari di non montare ( almeno fino a quando la situazione negli ospedali si manterrà critica) ma di accudire il nostro cavallo costruendo o ricostruendo un rapporto a terra con l’animale. Dovremo, poi, rammentare di essere uomini e donne responsabili verso se stessi e verso gli altri mantenendo comportamenti che verranno richiesti all’ interno delle strutture, comportamenti che saranno dovuti nell’ ottica della prevenzione e del rispetto della salute nostra e di chi in quelle strutture vi lavora. Credo che se saremo “cavalieri del buon senso” il nostro meraviglioso sport potrà ripartire!