lunedì 26 aprile 2021

Tracce del Virus sui pos ... Siamo seri, sarebbe questa una notizia?

 Le superfici di un pos, così come quelle di un bancomat, è evidente, sono toccate da centinaia di persone ed è altrettanto evidente che esse possano recare tracce del Virus che sta condizionando le nostre vite ormai da oltre un anno visto che esso pare sia capace di diffondersi in qualsivoglia maniera dall’ aria che respiriamo alle superfici che tocchiamo, appunto.. Questa notizia non dovrebbe “fare notizia” , dovrebbe essere scontato che, da un esame accurato sui pos, sui carrelli dei supermercati, sui bancomat, sulle maniglie di porte di uffici pubblici e quanto altro si possa, con grande probabilità, rilevare traccia del Virus. Vogliamo, poi, parlare delle innumerevoli varianti del Virus stesso , il quale essendo un RNA muta, per sua natura,  continuamente  tanto che è scientificamente provato che proprio i vaccini dovranno mutare anch’ essi: esattamente come chi si rivaccina per l’influenza, chi si rivaccinerà per il Covid dovrà ricevere un vaccino mutato secondo la mutazione del Virus.  L’unica informazione sensata sarebbe, a mio parere, quella di educare la popolazione  al fatto che questa malattia diventerà, o lo è già, endemica e, come tale, dovremo convivere con essa. Il Virus è sicuramente molto pericoloso e, potenzialmente, letale come tante altre malattie … Una corretta informazione dovrebbe, a mio avviso, puntare sul fare comprendere come peculiarità di questo Virus sia la facilità e conseguente velocità di trasmissione. Dicano, allora, i media  che sia assolutamente necessario igienizzarsi le mani dopo essere stati al supermercato, al bancomat, in posta, in un ufficio pubblico e quanto altro e sia necessario farlo prima di toccarsi la bocca, il naso, gli occhi. Non sono un fan delle mascherine ma possono essere utili; semplici norme di igiene quali disinfettarsi le mani dopo avere toccato superfici a disposizione di tutti sono necessarie ;  evitare assembramenti al chiuso o all’ aperto ha un senso  visto che non solo questo ma molti virus si trasmettono con l’aria … in una parola: attenzione, molta attenzione!  A mio parere non deve fare notizia che in dodici attività siano state rilevate tracce di Covid, quello che mi stupisce è che non ne siano state rilevate nelle altre novecentosessantanove controllate perché, ripeto, è impossibile, se è come ci dicono,  che in superfici toccate da centinaia di persone non ve ne sia traccia.

 

giovedì 22 aprile 2021

Il termine "coprifuoco" non piace. Nessuno, qui, vorrebbe un regime militare.

 

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Tanto si dibatte sugli aspetti e sui risvolti psicologici di questa pandemia ma, a dire il vero, poco o nulla si mette in dubbio sulle modalità di gestione della stessa.  I controlli: quelli avrebbero dovuto essere capillari! Fatti i protocolli si sarebbe dovuto vigilare sull’ attuazione degli stessi ma questi controlli sono totalmente mancati.  Si è corsi, dunque, alle chiusure e al peggio del peggio: il coprifuoco!  Se, a oggi, si digita su google il termine, in prima pagina non compare una ricerca basata sul suo significato etimologico bensì si legge ogni possibile riferimento concernente la situazione pandemica in atto ... ma se si chiedesse a un padre o a una madre nati verso  la seconda metà degli anni trenta dello scorso secolo quali ricordi quella parola evochi,  la risposta sarebbe dolorosa.  Durante la Seconda guerra mondiale, durante ogni guerra combattuta con le armi classiche nei tempi passati, il cosiddetto coprifuoco aveva un senso poiché il fuoco nemico, soprattutto dallo spazio aereo, aveva  una maggiore possibilità di colpire senza venire intercettato dopo il calare del Sole.  A oggi, tuttavia, il coprifuoco è anacronistico poiché la tecnologia permette alle difese di vedere al buio esattamente come permette a coloro che vogliano farsi beffa delle regole di vivere ben oltre le dieci di sera. In sostanza: il coprifuoco è una immane sciocchezza.  La gente è provata psicologicamente e non ha bisogno alcuno di sentirsi chiusa e oppressa con termini  i quali rimandino a tempi ancora peggiori, soprattutto se il loro utilizzo sia completamente … inutile. Forse qualcuno è in grado di spiegare quale sia la differenza tra il pranzare al chiuso dalle dodici all’ una e cenare nello stesso spazio dalle otto alle undici di sera? Io un’idea ce l’avrei: è molto più probabile prendersi un’influenza ( i cui sintomi coincidono con quelli del Covid) essendo obbligati a cenare all’ aperto piuttosto che a pranzare nel medesimo spazio e al chiuso. Non amo particolarmente i militari - avendo lavorato con loro in passato - e  non spererei di vederli per le strade a fare da controllori perché … i militari sono militari e il loro regime mi sta bene fino a un certo punto. L’unica possibilità per la quale ciò non accada è non esasperare la popolazione e, quando questo pensiero viene razionalizzato, se si va oltre … se si va scientemente oltre,  si palesa la volontà di esasperare gli animi  e, quando coscientemente si esaspera la popolazione, il rischio è elevato!  Al  punto di non ritorno  si devono mettere in campo le forze militari e, dunque, la democrazia è sconfitta.  La democrazia è sconfitta anche dal passaporto vaccinale del quale non discuto l’utilità ma le modalità di inserimento nella nostra esistenza e nella nostra vita sociale, sì.  Posso accettare limitazioni della mia libertà personale in occasione di una pandemia quali - ma questa la immagino soltanto come mia fantasia , la possibilità di “vivere” oltre questo non più sostenibile regime del coprifuoco unicamente se sono vaccinato - tuttavia, se così è, devo potere avere la possibilità di scegliere  se accettare o rifiutare il vaccino. Non posso, di contro,  accettare che mi si venga a dire che, forse, potrò essere vaccinato a ottobre mentre questo fantomatico documento potrebbe entrare in vigore a giugno ... perché  questa non  sarebbe  più libertà! Devo anche confessare di non amare troppo il popolo cinese e non anelo di certo a vivere il mio futuro in modo anche solo simile a quello  in cui quella gente vive la propria esistenza.  

 

 

 

 

martedì 20 aprile 2021

I banchi a rotelle: Nobel alla deficienza

Posto il fatto che se si volessero tenere distanti dei ragazzini delle scuole medie o, anche, delle superiori, i banchi dovrebbero essere inchiodati al suolo e non forniti di rotelle, la domanda è: quale deficiente, nel senso classico del termine – mancante  -  può non immaginare che dopo ore di lezione anche due quarantenni  si metterebbero a giocare all’autoscontro con quelli che sono, a tutti gli effetti, dei modellini di macchinina da luna park.  Il risultato è oggettivo: cento milioni di euro spesi in banchi dal prezzo di duecentoventi euro ciascuno prodotti in Cina al costo di fabbricazione di trenta euro al pezzo.  Se pensiamo, poi, che, a qualcuno il quale abbia avuto la brillante idea sia seguito qualche d’un altro che se ne sia  fatto promotore e, infine,  un geniale  Ministro debba avere dato il via libera alla loro introduzione … beh … qui siamo di fronte alla saga della famiglia dei deficienti, sempre nel senso classico del termine. Il senso classico del termine “deficiente” è quello di “mancante”, dal latino “deficere” la cui traduzione in italiano è  “mancare” appunto ma anche “perdere il senno”. Ecco, io credo che proprio in uno dei terreni più delicati, quello dell’istruzione, si sia mancato di buon senso e perso completamente il senno: è mancata una regolamentazione vera degli accessi degli studenti negli istituti ( sarebbe bastato imporre a tutte le scuole l’utilizzo di un termoscanner all’ingresso); si è pensato di dividere gli allievi con i banchi a rotelle; si è chiesto di misurare la temperatura ai bambini a casa e si sono create code infinite per la misurazione uno a uno da parte delle maestre agli ingressi … In questo sta la deficienza - nel senso classico del termine, la mancanza – di un ministro e di una politica le cui uniche stelle cucite sul petto sono le cinque dell’improvvisazione e dell’ignoranza degli argomenti da trattare.  Dulcis in fundo, gli allievi di quelle poche classi che hanno utilizzato i banchi a rotelle lamentano forti mal di schiena … non ci è dato sapere se a causa dei numerosi scontri o della scomodità degli stessi.

sabato 10 aprile 2021

Pandemia: quando manca il semplice buon senso

 

Le nostre vite sono cambiate, stravolte da oltre un anno … tempo in cui ci siamo, lentamente, abituati a vivere una realtà virtuale fatta di privazioni, di limitazioni, di divieti, di regole mai prima conosciute. Io non sono un fan delle mascherine - anche se, credo, possano servire - poiché le ritengo il simbolo della nostra perduta libertà e il simulacro di una sconfitta sociale alla quale stiamo assistendo. Il "sistema", a livello mondiale, ha palesato la sua assoluta incapacità di governare il fenomeno pandemia. L’impreparazione di fronte a un accadimento assolutamente imponderabile ci sta;  il caos vissuto tra marzo e maggio scorsi può  essere catalogato tra gli accadimenti accettabili di questa vicenda e questo sia da parte dei governanti che dei governati.  Reputo, di contro, molto meno comprensibile quanto accaduto durante la scorsa estate e in questa eterna “seconda ondata”. Tutto, sin da giugno, sembrava essere prevedibile e previsto: era previsto che la seconda ondata arrivasse, era previsto che fosse  più violenta della prima, era previsto che fosse necessario chiudere nuovamente tutto. A fronte di queste previsioni sono stati ideati rigidi protocolli per alcune categorie di lavoratori quali, a esempio,  i ristoratori mentre gli stessi protocolli  sono stati assolutamente dimenticati per altre situazioni … la scuola, una su tutte, dove l’idea geniale dei banchi con le rotelle ha tenuto, perdonate la reiterazione, banco.  Se vuoi tenere distanti i ragazzini i banchi glieli devi inchiodare  non mettere  le rotelle! Dopo tre ore di lezione anche due cinquantenni giocherebbero all’ autoscontro! A fronte di tutto questo non vi è stato pressoché alcun controllo e si è scelto di chiudere tutto e tutti parificando chi si fosse attenuto alle disposizioni a coloro i quali delle stesse non se ne fossero minimamente curati: la livella, come la definiva il grande Totò … ma la livella di Totò era la Morte.  Quello che più mi ha lasciato basito, nella seconda fase di questa pandemia, è stata proprio l’assenza del minimo buon senso sia da parte della politica che da parte della popolazione. Eh sì perché grande parte della colpa l’hanno avuta coloro che hanno sempre negato l’esistenza del virus; rifiutato la sua pericolosità; deriso l’utilità dell’utilizzo delle mascherine, del distanziamento e dell’ igienizzazione delle mani. Purtroppo un esercito necessita di un comandante forte e un popolo di una guida sicura.

 Io sono assolutamente favorevole ai vaccini benché preferisca, a essi,  una cura. La domanda che mi sono posto in questi giorni con l’amico John Irving riguarda proprio questo argomento: perché abbiamo assistito unicamente a una  corsa per la sperimentazione di un vaccino a fronte di un atteggiamento, apparentemente, sempre ostile e negazionista di fronte  alla possibile esistenza di una cura?