domenica 21 agosto 2022

Un primo bilancio al termine di un lavoro durato due anni.

 

Ho consegnato all’editore il mio nuovo romanzo, e siamo a undici! …Più due raccolte di racconti in collaborazione con il mio laboratorio di scrittura, Labor e con la Federazione Italiana Sport Equestri. La conclusone di un lavoro è sempre un’emozione ma in questo caso l’emozione è stata particolare.  Ho iniziato a scrivere il romanzo, del quale non ho ancora scelto un titolo, circa a metà della seconda chiusura totale o lockdown come siamo stati abituati a definirla. Scrivere questo lavoro  è stato come incollare tanti tasselli di un puzzle e, per la  prima volta, l’ho fatto senza guardarmi indietro, dunque senza rileggere ... o quasi. Ho lasciato, poi, riposare tutto  per qualche mese prima di ricominciare a lavorare … non era una pausa di riflessione ma, piuttosto, di paura poiché temevo quello che avevo scritto... sinceramente  non ricordavo se fosse “condivisibile” con i miei lettori o, piuttosto,  da censurare! Il piacere di capire che un buon novanta per cento del lavoro fosse un buon lavoro e che, nel suo complesso, il romanzo fosse - ovviamente a mio avviso -  di valore ha significato il togliermi un grande peso. Io ho sempre sostenuto che “scrivere significhi sognare” ma non si finisce mai di imparare e io ho imparato che ... eh sì! ... Mi ero scordato che  “scrivere significhi, anche, comunicare” e bisogna fare molta attenzione al messaggio che si veicola … una delicatezza nei confronti dei lettori e una responsabilità verso i più sensibili.