lunedì 21 dicembre 2020

E ... se stessimo vivendo la Terza Guerra Mondiale?

 

Riflettendo sul momento storico che stiamo vivendo mi vengono in mente due ipotesi le quali sono, per carità, solo il frutto della mia fantasia di scrittore.

Secondo molti economisti le Guerre rappresentano, ciclicamente, un male necessario per ristabilire equilibri sociali, politici e geopolitici.  La filosofia lo crede e lo ha sempre creduto: Eraclito considerava la Guerra necessaria per la Pace poiché  era convinto che l’armonia, l’ordine e la stabilità del Mondo si basassero sull’equilibrio degli opposti;  egli reputava una pura illusione pensare a una condizione umana vissuta in un’eternità di Pace poiché questa esiste in quanto esiste anche la Guerra. Platone affermava, citando  coloro che sostenevano il bellicismo, che uno Stato di buona costituzione dovesse essere amministrato e organizzato in modo da battere in Guerra tutti gli altri. Ai primi dell’ Ottocento Carl von Clausewitz si chiedeva se la Guerra rientrasse tra le attività teoretiche o pratiche concludendo che, a differenza dell’Arte, la Guerra agisce sopra oggetti viventi e reagenti … e già, come dire “l’Arte della Guerra” citando Sun Tzu.  Avvicinandoci sempre di più ai nostri giorni mi viene in mente quella celebre frase di Albert Einstein, a volte attribuita al Generale americano  Omar Bradley: “non ho so con quali armi verrà combattuta una Terza Guerra Mondiale ma la Quarta lo sarà con le pietre.” Bene, sempre più vicino alla nostra Storia, citando il Presidente Giulio Andreotti mi viene da dire che … “a pensare male si fa peccato ma raramente si sbaglia”.

Quella che stiamo vivendo è, dunque, nella mia fervida fantasia di scrittore proprio la Terza Guerra Mondiale, una Guerra che nessuno mai si sarebbe immaginato di combattere con le armi belliche convenzionali poiché, forse e nella migliore delle ipotesi, sarebbero sopravvissute un paio di case sparute per ogni Nazione; ecco allora che la Mano Divina che controlla il Mondo ha immesso nel sistema un Male subdolo e oscuro, un Male che cancella le nostre libertà, mina le nostre sicurezze, ci fa vedere come nemico colui che soltanto si avvicina a noi … a meno di un metro di distanza. Intendiamoci, chi scrive non è assolutamente un cosiddetto “negazionista” ma, al contrario, una persona la quale crede davvero che questo Virus esista e sia oltremodo pericoloso: è sulla sua origine che mi pongo delle domande.

La seconda ipotesi è, forse, più grave e preoccupante della prima poiché mi porta a riflettere sul fatto che le Pandemie, esattamente come le Guerre, accadano ciclicamente ma questo pazzo Mondo si sia soffermato troppo e solo su computer e cellulari scordando il valore della Sanità e che questo Mondo sia, ormai, governato da politici inadatti e impreparati … tanto impreparati da non riuscire a sfruttare il più grande vantaggio che un uomo o una donna possano avere: quello di conoscere il futuro.

 

giovedì 3 dicembre 2020

Uno Stato incapace di governare i fenomeni, chiude.

 Chiudere tutto è più facile che controllare, su questo non vi sono dubbi ma ve ne sono parecchi sul come e, soprattutto, sul se ci si potrà mai riprendere, a livello economico, da queste chiusure più o meno totali.  Azioni serie di controllo sarebbero bastate per poter superare, con minori, danni l’estate ma, anche, per poter permettere un periodo natalizio più normale per tutti. Oggi si sta parlando del comparto montano quasi demonizzando esercenti e professionisti del settore i quali vogliono lavorare e, francamente, rimango basito di fronte a tanta inadeguatezza delle istituzioni. Controllare il turismo montano sarebbe stato certamente più semplice che monitorare quello estivo, basti pensare alla differente estensione delle nostre catene montuose rispetto alle coste. La pratica dello sci, poi è attività che si svolge all’ aria aperta, coperti da guanti, caschi e tute e l’uso della mascherina, in inverno, sarebbe potuto essere anche quasi piacevole; il solo punto delicato, riflettendoci, sarebbe potuto essere legato ai numerosi infortuni che accadono, normalmente, durante le giornate sciistiche e, in questo momento, ingolfare i pronto soccorso non sarebbe certo cosa buona … Si sarebbero potuti aprire ristoranti e bar (  non parlo solo della montagna) con regole vere e precise ma tutto questo avrebbe comportato controlli seri e capillari nelle città come nei paesi montani. Voglio portare l’esempio di due realtà che conosco bene, il comprensorio della Via Lattea e quello del Cervino: sarebbero bastati, mal contati, una quarantina tra Carabinieri, Poliziotti e Finanzieri per monitorare tutto! Calcolando le stazioni di Sauze d’Oulx, di Oulx, di Sansicario, di Sestriere e di Cesana per la Via Lattea e quelle di Cervinia e Valtournenche per il comprensorio del Cervino e considerando due turni di servizio e pattuglie composte da due agenti, voilà il conto sarebbe presto fatto! E questo sarebbe potuto accadere in ogni stazione! Una coppia di agenti che gira dal mattino alla sera in un paese montano di villeggiatura relativamente piccolo può, assolutamente, monitorare la situazione e, state certi che, alla prima multa salata o al primo locale chiuso per sei mesi perché non rispettoso delle regole, nessuno avrebbe più sgarrato! Questo avrebbe significato saper governare un fenomeno! Uno Stato solo capace di chiudere e non di governare le situazioni non ha, a mio parere, un roseo futuro davanti a sé. Paradosso ancor maggiore del periodo che stiamo vivendo è che era tutto già previsto ... non dico prevedibile! E qui lo scenario si amplia. 

lunedì 26 ottobre 2020

Penalizzare solo chi sbaglia sarebbe un aiuto all'economia e alla psiche.

 

Chiudere indiscriminatamente alcune attività rappresenta, a mio avviso, la resa dello Stato con l’ammissione di non saper e non poter governare e questo rischia di incidere, oltre che sulla tenuta economica di una Nazione sulla tenuta mentale dei suoi abitanti.  Durante la prima ondata ristoratori, baristi, pubblici esercenti, gestori di palestre e quanti altri erano tutti impreparati e nelle medesime condizioni ma, poi sono uscite norme e protocolli che qualcuno ha rispettato e qualcheduno no.  Mi è capitato di entrare in ristoranti dove prima di farmi sedere mi misuravano la temperatura, i tavoli erano distanziati e, in alcuni casi addirittura separati da barriere di plexiglass così come mi è capitato di entrare e uscire da altri senza sedermi rimanendo basito dalla noncuranza dei gestori. La domanda è: perché colpire tutti? Fatta la norma occorre farla rispettare e, per farla rispettare bisogna controllare. Vi sono ristoratori ed esercenti che hanno investito denaro e tempo per mettersi in regola, dunque perché penalizzare questi come quelli che non se ne sono curati? Forse perché così è più semplice o, forse perché da chi ha anche solo pensato all’idea di dotare i banchi di scuola di rotelle al fine di favorire il distanziamento, altro non ci si poteva aspettare! 

sabato 24 ottobre 2020

Dove è finita la "potenza di fuoco"?

Se è vero che il Virus che sta cambiando le nostre vite da qualche mese presenta una percentuale altissima di asintomatici - pari al novantacinque per cento - e che tra i sintomatici quelli da ospedalizzare sono una minima parte è anche vero che il Virus ha una capacità di trasmettersi con una velocità mai vista in precedenza ed è questo il punto. La velocità di propagazione della malattia è quella che manda in crisi il sistema. Se, per ipotesi, tutta la popolazione italiana si ammalasse il cinque per cento dei sintomatici sarebbe un numero pari, più o meno, a due milioni e mezzo; l’uno per cento dei soggetti da ospedalizzare ( solo per questa malattia) sarebbe un numero pari a cinquecentomila e un ipotetico zero virgola cinque per cento da terapia intensiva pari a duecentocinquanta mila unità. All’interno di questo scenario, con la consapevolezza che una seconda ondata si sarebbe potuta verificare, mi chiedo dove sia finita la tanto conclamata “potenza di fuoco”.  La Sanità è pressoché nelle stesse condizioni di Marzo scorso; molto poco, per non dire nulla, è stato fatto e ora il Sistema Ospedaliero rischia di cadere nuovamente in ginocchio perché nuovamente impreparato. La velocità di trasmissione della malattia è quella che porta al collasso il sistema non la sua letalità! Su questo punto, in sei mesi, si sarebbe potuto fare molto! Questo, forse il vero male del Virus.

martedì 13 ottobre 2020

Guidando una 124 spider del 1982....

 

Guidando una 124 spider del 1982.

Per chi come me ha avuto il privilegio di vivere la fine degli “anni ottanta” e gli “anni novanta” non sarà difficile ripensare a quanto quel Mondo fosse diverso, più a misura d’uomo, a partire dalle automobili, mia grande passione, che oggi paiono aver perduto l’anima per quanta tecnologia portano con sé.  In quegli anni esisteva il necessario: utili telefoni cellulari con i quali si poteva telefonare, comodità non da poco se ben utilizzata; macchine robuste e sicure; aria condizionata e qualche altro accessorio di confort davvero utile. In quegli anni, trovo, vi fosse un degno equilibrio tra tecnologia e umanità, equilibrio che, oggi, si è perduto. In quegli anni anche guidare era “guidare”, una sensazione che provo  la domenica quando mi siedo sulla 124 spider del 1982 ... e,quando la guido, penso che, forse, questo Mondo avesse bisogno di essere fermato, di ricominciare. Mi illudo che la Pandemia possa portare tutti a riflettere in tale senso, a comprendere come questo Mondo stesse perdendo di umanità, di anima poi vedo bambini che, invece di correre in un prato, stanno seduti inebetiti di fronte a un cellulare; adulti rimbambiti di tecnologia e schiavi di essa e realizzo che, io con i miei quarantasette anni, il peggio non lo vedrò e, magari, chiuderò,spero anziano, gli occhi illudendomi ancora dell’esistenza di un Mondo umano che i miei nipotini, invece, non vedranno più.

lunedì 14 settembre 2020

Referendum: "si" vs "no". Il problema è qualitativo e non quantitativo!

 

Riducendo il numero dei parlamentari si trasforma un problema qualitativo in un problema quantitativo ma essere governati da cento deficienti -  nel senso classico del termine, quello di “mancanti” … di competenze e cultura specifiche – non rappresenta prospettiva di  futuro migliore rispetto a quello che possano regalare mille uomini e donne di cultura e conoscenza davvero consapevoli del ruolo che essi vanno a ricoprire.

Il 20 e 21 settembre andremo a votare per un referendum che, populisticamente,  auspica un taglio dei parlamentari: da seicentotrenta a quattrocento deputati  e da trecentoquindici a duecento senatori.  Noto, in questi giorni, un dibattito, a riguardo, molto debole se non, addirittura, inesistente o quasi.  Per il “No” scendono in campo Silvio Berlusconi ( devo dire l’unico dei politici attuali che, a mio avviso modesto, stia ultimamente dicendo cose sensate) , Romano Prodi, Matteo Renzi,  le Sardine e la parte più “giovane “ del Pd; per il “Si” si schierano il M5S ( una garanzia per votare no…) , la Lega, Fratelli d’ Italia e il Pd di Zingaretti e, anche, Letta.  Prima di agire secondo quello che gli inglesi definirebbero “gut feeling” occorrerebbe porsi una riflessione culturale, sociale ed etica: perché la nostra Democrazia necessiterebbe, proprio oggi, di un cambiamento tanto radicale? I sostenitori del “No” la ritengono un passo verso la tanto auspicata “demarchia”, cavallo di battaglia dei Pentastellati , secondo la quale chiunque, magari estratto a sorte, sarebbe  capace di governare: ciò porterebbe ad una riduzione delle rappresentanze anche delle minoranze e ad una riduzione dei cosiddetti “ privilegi della casta” effetti che, ugualmente, si otterrebbero con la riduzione di costi e benefici dei parlamentari. I sostenitori del “Si” lo reputano necessario poiché porterebbe l’Italia in linea con il numero di Parlamentari delle altre grandi democrazie, poiché garantirebbe ( difficile dire come) una maggiore trasparenza e, poiché rappresenterebbe uno spirito riformatore ….

Ridurre il numero dei parlamentari senza rivedere le funzioni stesse del Parlamento – a cominciare dal numero delle Commissioni – significherebbe creare impasse dagli esiti inimmaginabili e poco auspicabili: i delegati regionali che parteciperanno alla elezione del Capo dello Stato  ( sessanta su un migliaio di parlamentari) assumerebbero, ad esempio,  una importanza ed un peso senza precedenti nella Storia repubblicana  in vista della elezione del successore del Presidente Sergio Mattarella.

Cerchiamo di tornare alla riflessione iniziale precedente a questo mio “collage” tra i pensieri di Maurizio Molinari e Francesco Occhetta …. La discussione è basata sui numeri e non sulla qualità ma, forse, il problema è qualitativo piuttosto che quantitativo. Si blatera, che seicento o ottocento siano troppi senza riflettere che ciò che è realmente fuori luogo sia il fatto che, con tutto il rispetto parlando, la casalinga di turno, l’assicuratore senza esperienza politica, il politicante che fa quello per “arrotondare” lo stipendio siano lì a decidere, senza competenza né esperienza alcuna, del futuro della nostra Nazione!   Il problema è culturale, il problema è qualitativo e non quantitativo! Se io potessi scegliere tra mille Pertini, Spadolini, Moro, Cossiga, Salvi, Einaudi, Leone, Berlinguer, Craxi e duecento Di Maio, Salvini, Meloni, Zingaretti … beh.. dubbi non ne avrei.  

 

venerdì 28 agosto 2020

"Er compagno scompagno Matteo" rubando, in parte, la citazione a Trilussa.

 Il rifiuto delle regole viene, spesso, attribuito al cosiddetto genio così come la follia è quasi sempre accomunata ad esso ma questa è, sovente, una parificazione semplicistica e poco reale.  Lord George Gordon Byron, vedendo rifiutato il suo Bulldog al College poiché “ non potevano essere introdotti cani” prese con sé un orso; “Rebel  with a cause” recitava una pubblicità della Nike con protagonista John Patrick McEnroe rifacendosi a James Dean … Ma il genio deve avere fatto qualcosa di buono nella vita per essere definito tale! ... Diversamente risulta essere solamente una persona con una ridotta capacità cognitiva. Una persona con ridotta capacità cognitiva è, in poche parole, un soggetto avulso dalla realtà che vive fantasticando un suo mondo virtuale incapace di accettare le regole del vivere civile le quali, nella sua immaginazione, non corrispondono al castello di fantasie che si sia costruito … un sognatore, per i buonisti!  Ma esistono i sogni ed il loro opposto, gli incubi! Ecco allora che viene fuori, nel mio incubo notturno, un uomo con pancia e barba, più o meno della mia età, vestito male e sudaticcio  che detesta i neri, che disprezza le poche regole le quali ci stanno lentamente portando fuori dall’incubo vero e che trascina con sé masse di insoddisfatti le quali, come scriveva Trilussa nella sua “Er nemico”, hanno bisogno di trovare un capro espiatorio dei loro fallimenti … Poi mi sveglio tutto sudato, per fortuna era un sogno!  L’Italia non può essere sprofondata tanto in basso

martedì 25 agosto 2020

Marco Di Paola Presidente Federazione Italiana Sport Equestri: per non interrompere quattro anni di successi!

 

Le elezioni si avvicinano e non è un traguardo da poco per l’Equitazione!  La Federazione Italiana Sport Equestri è, appunto, una Federazione e, come tale, deve rappresentare lo sport al Suo più alto livello senza potersi permettere concessioni che aprirebbero le porte a figure meno qualificate poiché provenienti da mondi e realtà diverse da quelle Federali e Nazionali, seppure assolutamente rispettabili.  L’avvocato Marco Di Paola e il suo entourage sono riusciti, in questi anni, a riportare l’attenzione, anche dei non addetti ai lavori , verso le discipline equestri  riaprendo le porte di un mondo che, forse, stava diventando troppo ovattato: la loro  grande abilità è stata quella di creare nuovo interesse senza abbandonare il blasone. Io vedo, purtroppo altrove, grande voglia di livellare ma il livellamento, per sua stessa definizione,  non è mai verso l’alto quanto, piuttosto, verso il basso!   In questi quattro anni in cui ho potuto vivere da vicino quella che io definisco una "Federazione giovane" , ho potuto constatare passione per lo sport, interesse per la sicurezza , amore per la cultura, voglia di allargare gli orizzonti ma, anche , un deciso sentimento di tutela dell’integrità della professionalità di istruttori e atleti … peculiarità che una Federazione non può sottovalutare e che, mi permetto di dire, è essa stessa cultura dello sport. Queste le ragioni per le quali incrocio le dita e mi auguro, per il bene del nostro sport, che questa Presidenza continui il cammino intrapreso.

lunedì 3 agosto 2020

La ripresa della scuola è una falsa preoccupazione. I bambini sono, spesso, più intelligenti e disciplinati di tanti adulti.

In questi giorni, in questi mesi si sono fatte tante discussioni riguardo alla riapertura delle scuole e tante geniali idee sono state proposte ... al punto che la vecchia esclamazione “ ‘azzolina!” è davvero tornata di moda! Banchi con le rotelle, banchi separati da vetri e quanto altro si scontrano con la realtà che è fatta di rapporti umani quotidiani che i bambini, fortunatamente, ancora conoscono: una ricreazione, la merenda, il pranzo, la partita di calcio, l’ora di ginnastica. Ma … i bambini sono le spugne che assorbono i nostri esempi! State certi che se un genitore, un insegnante, un educatore daranno Loro l’esempio corretto questo non sarà disatteso.  You are the bows  from  which your children as living arrows are sent forth.  (   Voi siete gli archi dai quali I vostri figli, come frecce, vengono scagliati.) … scriveva Kahlil Gibran ne “ Il profeta”.  


mercoledì 29 luglio 2020

Salvini & Bocelli ... pessimi consiglieri!


Esiste un insano diritto, quello di parlare a sproposito!  Riguardo ad Andrea Bocelli non voglio entrare nel merito del suo successo, a mio avviso costruito e sopravvalutato, mi chiedo unicamente a quale titolo parli, blateri, si esprima riguardo ad argomenti sui quali la medicina e la scienza debbano ancora  terminare il Loro percorso. Solo qualche mese fa  il cantante prendeva soldi dallo Stato per farsi immortalare a casa, cauto, prudente, disciplinato ... mentre oggi incita alla ribellione!  Eh si! Perché i messaggi che l'artista  lancia istigano alla  ribellione! … Ma mi chiedo da cosa! Se ci venisse chiesto di rimanere chiusi in casa, se non potessimo vedere o frequentare i nostri affetti, se nemmeno potessimo uscire per una passeggiata … forse qualche domanda me la porrei! Ma, ad oggi, ci viene chiesta solo un po’ di disciplina, un po’ di igiene!   La grande parte del mondo scientifico sostiene che il Virus non sia morto e  l’Italia, grazie anche ad una serie di precauzioni attuate, sembra essere un’ isola felice rispetto al resto del Mondo.  Mi chiedo, dunque,  se sia  così terribile non darsi la mano; se sia  insostenibile il parlare ad un metro di distanza; se sia   assurdo l’igienizzarsi le mani dopo essere venuti in contatto con un bancomat o un carrello del supermercato! Suvvia! … Ricordiamo l’incubo vissuto e non diamo retta ai cattivi maestri quali Salvini e Bocelli! L’Italia è un calciatore che ha subito un gravissimo infortunio! C’è il medico buon consigliere il quale, dopo mesi di letto e sedia a rotelle, suggerisce  al malato prudenza ancora per qualche tempo al fine di una completa guarigione … c’è, poi, il cattivo consigliere che incita l’atleta ferito a rientrare in campo subito, senza paure, scordando il particolare che l’avversario  non si curi del fatto che il suo antagonista sia convalescente e un nuovo infortunio lo metterà ko... Una ricaduta metterà ( uso il futuro e non il condizionale non a caso) in ginocchio l'economia: non permettiamola, siamo prudenti!

martedì 30 giugno 2020

Il football senza pubblico, uno sport senza il cuore.


Il calcio senza pubblico è uno sport senza anima.
Sono  da sempre stato appassionato di calcio anche se non sono   uno sfegatato tifoso;  amavo l’atmosfera  che si creava prima di una partita, magari importante; mi piaceva osservare dal mio terrazzo di Torino i pullman stipati di tifosi , gli stessi che poi vedevo colorare le gradinate dello stadio con  le loro coreografie. Lo sport è cuore, anima: avete mai solo provato ad immaginare cosa significhi giocare di fronte a quaranta, cinquanta, magari ottantamila tifosi che urlano, cantano, incitano? Io nasco tennista, Mario Enrico Rossi che scrive a quattro mani con me nasce calciatore ma entrambi sappiamo quale sia la differenza tra giocare in un campo di periferia e giocare davanti a gente che ti osserva. Il calcio è quel bambino che tiene per mano il suo idolo prima di entrare in campo, sono gli occhi del tifoso felice o deluso sulle tribune, è la rabbia dello sfegatato che vive per quella partita il martedì sera come fosse il suo unico problema nella vita, sono gli occhi del piccolo tifoso felice in contrasto con quelli del suo altrettanto giovane coetaneo deluso sugli spalti, è il suono assordante dei cori e, poi, si!... ci sono anche loro, i mega milionari che rincorrono una palla e che dovrebbero ricordarsi che senza quel bimbo in tribuna, quell’operaio per il quale rappresentano il simulacro di una Vittoria o di una Sconfitta della Vita, non conterebbero un bel nulla in assoluto.

 Mega milionari che durante il Covid, incredibilmente, ci sono mancati molto meno di quanto avremmo immaginato.
Queste partite simulacro di allenamenti a porte chiuse sono inguardabili. 
Non trasmettono emozioni.
Maradona sarebbe diventato la 'Mano de Dios' se avesse segnato un goal irregolare in uno stadio desolatamente vuoto ? 
Avrebbe avuto per lui lo stesso significato alzare la coppa  davanti ad una manciata di addetti ai lavori ?
Non si sarebbe  gustato il ruggito della folla ?
Dalla bidonville di Villa Fiorito al tetto del mondo solo per l'ingaggio e i diritti televisivi ?  
Che tristezza sarebbe stata !!!
Eh già, dimenticavo. A tutto c'e' rimedio !!!
Il pubblico ologrammo  - psichedelico della finale di Coppa Italia (fantastico vero ?) ed il tasto verde di Sky per gli effetti sonori (peccato che esulti in maniera asincrona)
 Mario Catania
 Mario Enrico Rossi


I

mercoledì 17 giugno 2020

Il caos e l'imposizione di una guida: la forza di ogni regime.


Il momento storico surreale che stiamo vivendo ha lasciato  tutti, pochi esclusi, con un certezza: nessuno si è fatto realmente un’idea di cosa sia accaduto! L’affermazione di cui sopra è oltremodo preoccupante poiché implica l’assoluta sfiducia nei confronti di chi sia deputato a governare e di chi sia deputato ad informare.   Cosa sia accaduto? Perché sia accaduto? Cosa stiamo vivendo e perché lo stiamo vivendo? Cosa sia tutto questo?  … Nessuno lo sa eppure girano sul web, sui notiziari, nelle conferenze stampa le tesi più disparate: una guerra di tutti contro tutti.  “Le mascherine servono ma non servono”; ”Il distanziamento è utile ma pressoché inutile” ; “Il virus resiste all’cambiente esterno ma l’ambiente esterno gli è letale”;  “Abbiamo vissuto un dramma ma no! .. Non è vero, era tutta una farsa!”.   Tutti si scoprono essere  scienziati, ricercatori, medici, economisti, politologi perché laddove manchi un punto di riferimento - il quale, nel caso in specie dovrebbe essere rappresentato dallo Stato - molte, troppe teste bene o malpensanti si arrogano il diritto di ergersi a tale rango ed allora, volutamente o no, si crea il caos. Il caos è l’origine della negazione della Verità. Esso  è la nebbia che impedisce la vista, la nebbia che tutto appiattisce e l’appiattimento della Verità è la prima e vera arma di ogni regime.

giovedì 4 giugno 2020

Gli animali e l'uomo.



Il rapporto uomo - animale  è atavico così come, a volte, risulta innata la convinzione dell’essere umano di godere di una superiorità intellettiva nei confronti degli animali. Ma, un animale, se sbaglia e viene punito non sbaglia più! Tanti comportamenti di questi giorni mi hanno fatto sorgere alla mente questo parallelismo: stiamo uscendo dal periodo più buio e duro dopo la Seconda Guerra Mondiale; abbiamo preso lo schiaffo più forte che mai avremmo potuto immaginare; siamo stati costretti in casa potendo, per mesi, uscire unicamente con certificazioni, a duecento metri dall’abitazione, vedendo la nostra libertà limitata se non azzerata e, oggi, quando ci viene chiesto di fare quello che vogliamo indossando una mascherina, lavandoci le mani e stando un po’ distanti …. tanti si ribellano, manifestano, sfottono perfino chi rispetta le regole. Solo ieri parlavo con un ingegnere che, con sorriso furbino, sosteneva come i medici fossero tutti degli sprovveduti improvvisatori che poco o nulla capiscono rispetto, secondo lui, agli ingegneri; a parte che non auguro a questo signore di aver bisogno di cure perché sarebbe bello che un medico improvvisato, nel caso, gli dicesse due paroline ma il dotto in questione, mi parlava avvicinandosi, senza mascherina o altro!  Speravo che il mondo potesse cambiare, che l’uomo imparasse da questa vicenda e invece vedo vincere ancora l’arroganza, la stupidità, la strafottenza. Gli animali sono perfettamente in grado di vivere in un sistema di equilibri mentre l’uomo è sempre più incapace di vivere nelle regole; l’uomo è bravissimo a costruirsi una propria convinzione, basata spesso sul sentito dire, per poi piegare tutta la realtà alla stessa, purtroppo, però, essendo in molti, questo genera il caos.

venerdì 24 aprile 2020

Sportivi non delinquenti!


Orandum est ut sit mens sana in corpore sano.( Giovenale . Satire.) L’uomo, nell’intenzione del poeta, dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo. Il motto che da questa esortazione deriva, è, in realtà, una mistificazione del suo stesso significato: Giovenale non afferma che vi sia una mente sana in un corpo sano ma che sia obiettivo al quale l’uomo anela quello di possedere l’una e l’altro. In molti, certamente, sosterranno e sostengono che vi siano argomenti di maggiore importanza, piuttosto che lo sport, da affrontare in momenti drammatici come quello che stiamo vivendo … ma chi lo sostiene non comprende l’importanza della pratica sportiva nella società né, tantomeno, comprende la rilevanza sociale della stessa. Praticare attività sportiva non significa perdere tempo ma, molto spesso, scaricare tensioni, preoccupazioni, stanchezza mentale. Le sostanze neurochimiche rilasciate durante l’esercizio sono così potenti che vi potreste considerare dei farmacisti, auto-medicandovi! Vi è una forte correlazione tra la quantità di alcuni neurotrasmettitori nel cervello e il vostro stato d’animo. Infatti, come è stato più volte dimostrato, l’esercizio migliora l’ambiente chimico cerebrale, sia a lungo che a breve termine. Per le persone che invece, non sono clinicamente depresse, recenti studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico sia uno dei più affidabili “booster” dell’ umore. In un momento storico in cui si chiedono sacrifici impensati ai cittadini, lasciare loro una valvola di sfogo sarebbe stata cosa buona e intelligente, capace, magari, di placare polemiche e malumori.
Gli uomini e le donne di sport a qualsivoglia livello, dal professionista al dilettante, sono uomini e donne dedite a una disciplina, capaci anche di sacrifici e, soprattutto, attenti alle regole, sarebbero stati, dunque, i soggetti maggiormente controllabili e regolabili all’interno di un sistema avviato alla confusione; siamo certi che ragazzi e ragazze sarebbero stati capaci e perfettamente in grado di accettare allenamenti differenziati nello spazio e nel tempo secondo regole e regolamentazioni espresse con chiarezza.
Ci auspichiamo tutti che da questo errore, perché di errore si tratta, dell’aver impedito, anzi vietato, ai cittadini di poter praticare attività sportiva, anche in solitudine, si tragga, in futuro un insegnamento poiché siamo persuasi del fatto che molte polemiche sarebbero potute essere evitate e una forte mano sarebbe potuta essere lanciata dal mondo dello sport.  
Ci hanno avvilito immagini di elicotteri lanciati all’inseguimento di un povero tapino che sta correndo, da solo, in una spiaggia deserta così come i proclami tesi a demonizzare chi, da solo, avrebbe voluto interrompere una sorta di arresto domiciliare con un giro in bici o una passeggiata in montagna in solitudine, tutte situazioni in cui il contagio era ed è assolutamente impossibile. Ammettiamo che vi sia stato qualcheduno indisciplinato, soprattutto all’inizio quando la situazione era totalmente confusa ma d’uopo sarebbe stato sanzionare coloro che creavano assembramenti evitando di limitare le libertà di tutti, anche dei soggetti, degli atleti, degli amatori, dei dilettanti, responsabili e ligi alle regole perché non dobbiamo mai dimenticare che, in primis, il valore da tutelare sia la salute degli altri e nostra!   
Federica Brignone
Paolo Pambianco
Davide Diana
Mario Catania




mercoledì 22 aprile 2020

La"psicosi" spiegata da Trilussa.


Il termine “psicosi”, nella sua accezione più estesa, indica un fenomeno di apprensione , timore, paura, individuale o collettiva, che assume aspetti quasi morbosi; la cosiddetta “psicosi di massa” è, invece, un fenomeno socio psicologico che riguarda il manifestarsi degli stessi sintomi isterici in più di una persona.

Bonsenso pratico
“Quanno de notte sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello
Tutta la Folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’le braccia in croce.
Ma un Vecchio restò in piedi e, francamente
Voleva dije che nun c’era gnente

Poi ripensò: - Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzuolo:
ma più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione –
E pure lui se mise a pecorone.
( Trilussa . Cento Favole)

domenica 19 aprile 2020

Gli sport non sono tutti uguali.


Condivido una riflessione  scritta a quattro mani con il dottor Gianluigi Govagnoli responsabile dell’Ufficio Veterinario e Salute e Benessere del Cavallo Atleta della F.I.S.E.  Chiunque può facilmente comprendere le ragioni, anche di ordine pubblico, quanto mai stringenti in questo momento, sottostanti alla necessità di far ripartire uno sport in grado di tenere incollati al video milioni di telespettatori. Crediamo, tuttavia, occorra, oggi più che mai,  valutare anche altri parametri concernenti le differenti discipline sportive quali le distinzioni tra sport all’ aperto, con il contatto o senza il contatto, tra sport  individuali o di gruppo.                                      
 L’equitazione è uno sport dove il contatto ravvicinato tra gli atleti ( professionisti e non) è  impossibile a meno di almeno due metri di distanza , non fosse altro che per l’ingombro dell’animale stesso.  L’equitazione è uno sport il cui compagno è anch’ esso un atleta e un essere vivente il quale necessita di cure di vario tipo che possono essere demandate ad altri soggetti, che non siano i proprietari, per periodi di non troppo lunga durata: i cavalli necessitano di cure quotidiane,  di ferrature, di alimentazioni, che non sempre sono identiche gli uni per gli altri, necessitano di muoversi e, anche in questo caso, dobbiamo dire che non tutti sono abituati a farlo nello stesso modo.  Il nostro è uno sport che si svolge all’ aperto, sempre in grandi spazi e, dunque, crediamo sia assolutamente possibile ridare respiro alle attività equestri  dietro le quali gira un mondo fatto di operatori, gestori, amatori, atleti con una filiera  economica peculiare molto lunga, articolata e importante:  siamo convinti lo si possa fare in sicurezza sia per i proprietari che per i gestori delle strutture poiché non ci scordiamo che questa è la priorità.

mercoledì 8 aprile 2020

Cavalieri del buon senso


L’equitazione è uno sport assolutamente particolare poiché compagno di avventura è un essere vivente ed è un’attività che si può praticare in assoluta solitudine.  Essendo classificato tra “gli sport non di contatto" nell’ ottica di una, speriamo non troppo lontana, ripartenza sono certo che lo sport equestre possa essere uno dei primi a risorgere;  non dobbiamo, tuttavia scordare due componenti, in questo particolare momento storico decisamente importanti, riguardanti la sicurezza. Si! La sicurezza! Non possiamo scordare il fatto che l’equitazione sia uno sport potenzialmente pericoloso e non sarebbe certo questo il momento migliore per farsi male così come non possiamo sottovalutare il fatto che per rivedere i nostri cavalli dovremo accedere a strutture. Noi tutti, dunque, dovremo essere “cavalieri del buon senso” rispettando indicazioni precise di accesso ai circoli esattamente come, in un’azienda, verranno rispettate le precauzioni imposte dal legislatore. Se necessario potremmo anche scoprire un nuovo modo di approcciarci al nostro sport pensando, ove lo ritenessimo più sicuro, magari di non montare ( almeno fino a quando la situazione negli ospedali si manterrà critica) ma di accudire il nostro cavallo costruendo o ricostruendo un rapporto a terra con l’animale. Dovremo, poi, rammentare di essere uomini e donne responsabili verso se stessi e verso gli altri mantenendo comportamenti che verranno richiesti all’ interno delle strutture, comportamenti che saranno dovuti nell’ ottica della prevenzione e del rispetto della salute nostra e di chi in quelle strutture vi lavora. Credo che se saremo “cavalieri del buon senso” il nostro meraviglioso sport potrà ripartire!


giovedì 19 marzo 2020

Una riflessione sul tema del "rispetto delle regole" con l'avvocato Davide Diana


La virtù sta sempre nella mezza misura e, credo, si sia trovata una buona virtù in questi giorni capace, forse, di far proseguire questa sorta di isolamento. Le regole esistono e sono chiare si possono fare molte cose a patto di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro e di evitare assembramenti; si può anche continuare a fare sport ( per molti necessario sia a livello fisico che mentale) purché l’attività venga svolta in assoluta solitudine. Io credo che in un situazione di emergenza queste regole siano non solo condivisibili ed accettabili ma rappresentino una fortuna. Eventuali e future ulteriori restrizioni saranno, dunque, da addebitarsi unicamente ad un’atavica volontà di agire in sfregio e spregio delle regola da parte di qualcuno.

Caro Mario, condivido il tuo pensiero ma vorrei sottolineare l’ennesimo fallimento dello Stato. Quando non si riesce a governare un fenomeno  sull’onda emotiva o la necessità del momento, si inaspriscono le sanzioni. Ricordi i casi delle morti del sabato sera?  Per fronteggiare quell’emergenza non occorreva inasprire esageratamente le pene ma semplicemente fare più controlli e dare le sanzioni che già esistevano. All’Università ci hanno insegnato che il vero deterrente della sanzione è la certezza della pena. Se la percezione è quella che i controlli non vi sono  o sono sporadici  le persone continuano tranquillamente nella propria condotta. Prima di comprimere ulteriormente  le libertà di movimento  si proceda a dei controlli serrati ed effettivi …. Ma  amaramente mi viene da dire … forse pretendiamo troppo.

Davide, amico mio, condivido la tua riflessione ma mi metto nei panni di chi debba amministrare piccole realtà, quasi familiari, come quella in cui sto vivendo questa clausura: non è facile. Devo dire che, pubblicamente, mi sento di elogiare il signor  Sindaco del mio paese Villarbasse perché sta, con fermezza, umanità e decisione gestendo una comunità in cui, forse, la repressione potrebbe diventare cosa imbarazzante. Io credo che stia all’ intelligenza delle persone modulare i comportamenti nel rispetto della Vita propria e di chi stia loro vicino e delle regole. Ecco, una parola sola, forse, potrebbe far comprendere tutto: rispetto! Mi metto, anche, nei panni di quei poliziotti o carabinieri o vigili costretti ad affrontare soggetti che delle regole se ne fregano e lo fanno con violenza ed arroganza in un momento in cui anche solo una discussione face to face può essere, potenzialmente,  molto pericolosa.

Davide Diana & Mario Catania 

lunedì 16 marzo 2020

Un sistema sanitario che rappresenta l'eccellenza mondiale non in grado di salvare lo 0,006% della popolazione: un paradosso.


Ogni accadimento della Vita porta con sé degli insegnamenti e da questa brutta storia ne traiamo due: l’Europa unita è un’ipocrisia più che una chimera e i tagli - mondiali e non solo italiani - a sanità, difesa e cultura si pagano nel tempo.
Il fatto che l’Unione Europea sia un’illusione, beh, credo non abbia bisogno di spiegazioni. Non si unisce ciò che nasce diviso: non saremo mai gli Stati Uniti d’Europa! Un americano si sente americano prima che californiano, texano o altro mentre noi siamo torinesi, prima che piemontesi,  prima che italiani; l’essere stati divisi anche nelle Guerre Mondiali dovrebbe far riflettere.
Riguardo ai tagli - ed anche qui non considero solo l’Italia ma tutto il mondo -  contano le percentuali. Anche ammettendo la peggiore delle proiezioni, ossia quella secondo la quale i contagiati di Corona Virus potrebbero arrivare ad essere 90.000 solo in Italia, dovremmo considerare che, su una popolazione di sessanta milioni di abitanti, sarebbero lo 0,15%, una percentuale bassissima. Coloro che, poi, malauguratamente, avrebbero bisogno di terapia intensiva, la rianimazione, sarebbero, sempre secondo i numeri, 3600 ossia lo 0,006% della popolazione italiana. I tagli alla sanità sono stati capaci di indebolire a tal punto il nostro sistema sanitario da renderlo incapace di soccorrere lo 0,1% della popolazione e ricoverare in terapia intensiva lo 0,006% della stessa: si, perché questi sono, realisticamente, i numeri che la stanno mettendo in crisi. Considerando che il nostro sistema sanitario rappresenta l’eccellenza mondiale spero di dover considerare le parole di Bill Gates, pronunciate un lustro fa, una premonizione piuttosto che un avvertimento.

lunedì 24 febbraio 2020

Il caos

 Non riesco ad immaginare una misura più efficace del creare confusione, sollevare  polveroni per distogliere pensieri ed attenzioni. Senza un nemico non si va da alcuna parte tanto che, se non esiste,pare sia addirittura necessario inventarlo. Un nemico, tuttavia, se è conosciuto non è pericoloso dunque, il vero nemico per occupare totalmente i nostri pensieri, deve essere misterioso, nascosto, ignoto. L'ignoto favorisce il proliferare di opinioni dove tutti diventano avvocati, economisti, medici a seconda dell'argomento in questione ed anche coloro che sono davvero avvocati, economisti, medici esprimono, il più delle volte, opinioni contrastanti causate, proprio, dalla confusione creata contribuendo, a loro volta, a creare ulteriore caos. Il caos è esattamente ciò a cui anela l'autore della confusione iniziale il quale, nel mentre, si troverà in altre faccende affaccendato senza che alcuno se ne possa o voglia accorgere. 

domenica 16 febbraio 2020

La maschera della Morte Rossa. Racconto di Edgar Allan Poe

La vicenda della Diamond Princess, bloccata nel porto di Yokohama  in un'atmosfera surreale, riporta la mia fantasia di romanziere ad un racconto di  Edgar Allan Poe intitolato "La maschera della Morte Rossa." Una terribile pestilenza, la Morte Rossa, sta devastando intere contrade e il Principe Prospero decide di ritirarsi insieme ad amici e cortigiani nel suo palazzo; il tempo trascorre tra feste e danze ma, durante una di queste, una figura misteriosa, avvolta in un sudario macchiato di sangue e con il volto coperto da una maschera, interrompe i festeggiamenti. Prospero le si fa dinnanzi ma è il primo a morire: è la Morte Rossa, riuscita ad entrare nel palazzo.

lunedì 27 gennaio 2020

Condividendo una riflessione del professor Zagrebelsky

Ho avuto l'onore di conoscere il professor Gustavo Zagrebelsky all'Università di Torino quando era professore ordinario di Diritto Costituzionale, ai tempi il mio docente era il professor Francesco Pizzetti, già presidente dell'autorità Garante per la Privacy. Mi sento di condividere pienamente la riflessione del professore riguardo all'ennesima azione sopra le righe di Matteo Salvini; Gustavo Zagrebelsky ha paragonato la fanfaronata della, ormai celebre, citofonata di Salvini ai fatti di quella che è tristemente nota come "La notte dei cristalli": la notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 durante la quale vennero date alle fiamme più di mille sinagoghe, distrutti cimiteri ebraici e bruciati negozi e case private con il preciso ordine alle autorità di non intervenire. Certo il paragone proposto dal professore è molto pesante ma, come io stesso ho, più volte, scritto, la grande deficienza - intesa nel senso classico del termine, quindi  nel suo originario significato di "mancanza" - dell'ex ministro della Repubblica sta proprio nel fatto di non comprendere, o non volerlo fare, come ogni suo gesto - essendo lui un personaggio pubblico, non dimentichiamolo - possa scatenare il fanatismo di emuli, magari non tutti propriamente equilibrati, fatto che in una comunità di milioni di persone potrebbe non essere così strano. Salvini si macchia spesso, troppo spesso,di azioni indegne quali la sceneggiata estiva al Papete oppure incaute quali la citofonata in questione, ca va sans dire.

domenica 19 gennaio 2020

Lo sci, quello importante, è tornato sulle nevi della Via Lattea.

Io credo che un comprensorio sciistico d'importanza assoluta come la Via Lattea non possa prescindere dall'ospitare manifestazioni sportive - sciistiche di livello mondiale. Sono, dunque, estremamente felice del fatto la Coppa del Mondo abbia fatto ritorno al colle del Sestriere... se ne sentiva davvero la mancanza! L'organizzare una manifestazione simile non è, di certo, impresa semplice; anche fenomeni atmosferici sempre auspicati in montagna come una bella nevicata possono, all'interno di un equilibrio tanto delicato di necessità da soddisfare,  rappresentare un pericoloso intoppo all'organizzazione. Purtroppo le male lingue sono sempre esistite e sempre esisteranno ma, avendo personalmente assistito a questa due giorni e avendo raccolto opinioni anche da gente che il mondo delle gare lo gira, come gli amici del Federica Brignone Official Fan Club, il bilancio per il Colle non può che essere positivo e, ne sono certo, se ne vedranno liete conseguenze anche a livello turistico benché, occorre dire che, negli ultimi anni, il livello si è da sé, comunque, alzato.