Condivido una riflessione scritta a quattro mani con
il dottor Gianluigi Govagnoli responsabile dell’Ufficio Veterinario e Salute e
Benessere del Cavallo Atleta della F.I.S.E.
Chiunque può facilmente comprendere le ragioni, anche di ordine pubblico,
quanto mai stringenti in questo momento, sottostanti alla necessità di far
ripartire uno sport in grado di tenere incollati al video milioni di telespettatori.
Crediamo, tuttavia, occorra, oggi più che mai, valutare anche altri parametri concernenti le
differenti discipline sportive quali le distinzioni tra sport all’ aperto, con
il contatto o senza il contatto, tra sport individuali o di gruppo.
L’equitazione è uno sport dove il contatto
ravvicinato tra gli atleti ( professionisti e non) è impossibile a meno di almeno due metri di
distanza , non fosse altro che per l’ingombro dell’animale stesso. L’equitazione è uno sport il cui compagno è
anch’ esso un atleta e un essere vivente il quale necessita di cure di vario
tipo che possono essere demandate ad altri soggetti, che non siano i
proprietari, per periodi di non troppo lunga durata: i cavalli necessitano di
cure quotidiane, di ferrature, di
alimentazioni, che non sempre sono identiche gli uni per gli altri, necessitano
di muoversi e, anche in questo caso, dobbiamo dire che non tutti sono abituati
a farlo nello stesso modo. Il nostro è
uno sport che si svolge all’ aperto, sempre in grandi spazi e, dunque, crediamo
sia assolutamente possibile ridare respiro alle attività equestri dietro le quali gira un mondo fatto di operatori,
gestori, amatori, atleti con una filiera
economica peculiare molto lunga, articolata e importante: siamo convinti lo si possa fare in sicurezza
sia per i proprietari che per i gestori delle strutture poiché non ci scordiamo
che questa è la priorità.
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