lunedì 26 ottobre 2020

Penalizzare solo chi sbaglia sarebbe un aiuto all'economia e alla psiche.

 

Chiudere indiscriminatamente alcune attività rappresenta, a mio avviso, la resa dello Stato con l’ammissione di non saper e non poter governare e questo rischia di incidere, oltre che sulla tenuta economica di una Nazione sulla tenuta mentale dei suoi abitanti.  Durante la prima ondata ristoratori, baristi, pubblici esercenti, gestori di palestre e quanti altri erano tutti impreparati e nelle medesime condizioni ma, poi sono uscite norme e protocolli che qualcuno ha rispettato e qualcheduno no.  Mi è capitato di entrare in ristoranti dove prima di farmi sedere mi misuravano la temperatura, i tavoli erano distanziati e, in alcuni casi addirittura separati da barriere di plexiglass così come mi è capitato di entrare e uscire da altri senza sedermi rimanendo basito dalla noncuranza dei gestori. La domanda è: perché colpire tutti? Fatta la norma occorre farla rispettare e, per farla rispettare bisogna controllare. Vi sono ristoratori ed esercenti che hanno investito denaro e tempo per mettersi in regola, dunque perché penalizzare questi come quelli che non se ne sono curati? Forse perché così è più semplice o, forse perché da chi ha anche solo pensato all’idea di dotare i banchi di scuola di rotelle al fine di favorire il distanziamento, altro non ci si poteva aspettare! 

sabato 24 ottobre 2020

Dove è finita la "potenza di fuoco"?

Se è vero che il Virus che sta cambiando le nostre vite da qualche mese presenta una percentuale altissima di asintomatici - pari al novantacinque per cento - e che tra i sintomatici quelli da ospedalizzare sono una minima parte è anche vero che il Virus ha una capacità di trasmettersi con una velocità mai vista in precedenza ed è questo il punto. La velocità di propagazione della malattia è quella che manda in crisi il sistema. Se, per ipotesi, tutta la popolazione italiana si ammalasse il cinque per cento dei sintomatici sarebbe un numero pari, più o meno, a due milioni e mezzo; l’uno per cento dei soggetti da ospedalizzare ( solo per questa malattia) sarebbe un numero pari a cinquecentomila e un ipotetico zero virgola cinque per cento da terapia intensiva pari a duecentocinquanta mila unità. All’interno di questo scenario, con la consapevolezza che una seconda ondata si sarebbe potuta verificare, mi chiedo dove sia finita la tanto conclamata “potenza di fuoco”.  La Sanità è pressoché nelle stesse condizioni di Marzo scorso; molto poco, per non dire nulla, è stato fatto e ora il Sistema Ospedaliero rischia di cadere nuovamente in ginocchio perché nuovamente impreparato. La velocità di trasmissione della malattia è quella che porta al collasso il sistema non la sua letalità! Su questo punto, in sei mesi, si sarebbe potuto fare molto! Questo, forse il vero male del Virus.

martedì 13 ottobre 2020

Guidando una 124 spider del 1982....

 

Guidando una 124 spider del 1982.

Per chi come me ha avuto il privilegio di vivere la fine degli “anni ottanta” e gli “anni novanta” non sarà difficile ripensare a quanto quel Mondo fosse diverso, più a misura d’uomo, a partire dalle automobili, mia grande passione, che oggi paiono aver perduto l’anima per quanta tecnologia portano con sé.  In quegli anni esisteva il necessario: utili telefoni cellulari con i quali si poteva telefonare, comodità non da poco se ben utilizzata; macchine robuste e sicure; aria condizionata e qualche altro accessorio di confort davvero utile. In quegli anni, trovo, vi fosse un degno equilibrio tra tecnologia e umanità, equilibrio che, oggi, si è perduto. In quegli anni anche guidare era “guidare”, una sensazione che provo  la domenica quando mi siedo sulla 124 spider del 1982 ... e,quando la guido, penso che, forse, questo Mondo avesse bisogno di essere fermato, di ricominciare. Mi illudo che la Pandemia possa portare tutti a riflettere in tale senso, a comprendere come questo Mondo stesse perdendo di umanità, di anima poi vedo bambini che, invece di correre in un prato, stanno seduti inebetiti di fronte a un cellulare; adulti rimbambiti di tecnologia e schiavi di essa e realizzo che, io con i miei quarantasette anni, il peggio non lo vedrò e, magari, chiuderò,spero anziano, gli occhi illudendomi ancora dell’esistenza di un Mondo umano che i miei nipotini, invece, non vedranno più.