La
virtù sta sempre nella mezza misura e, credo, si sia trovata una buona virtù in
questi giorni capace, forse, di far proseguire questa sorta di isolamento. Le
regole esistono e sono chiare si possono fare molte cose a patto di mantenere
una distanza interpersonale di almeno un metro e di evitare assembramenti; si
può anche continuare a fare sport ( per molti necessario sia a livello fisico
che mentale) purché l’attività venga svolta in assoluta solitudine. Io credo
che in un situazione di emergenza queste regole siano non solo condivisibili ed
accettabili ma rappresentino una fortuna. Eventuali e future ulteriori
restrizioni saranno, dunque, da addebitarsi unicamente ad un’atavica volontà di
agire in sfregio e spregio delle regola da parte di qualcuno.
Caro
Mario, condivido il tuo pensiero ma vorrei sottolineare l’ennesimo fallimento
dello Stato. Quando non si riesce a governare un fenomeno sull’onda emotiva o la necessità del momento,
si inaspriscono le sanzioni. Ricordi i casi delle morti del sabato sera? Per fronteggiare quell’emergenza non
occorreva inasprire esageratamente le pene ma semplicemente fare più controlli
e dare le sanzioni che già esistevano. All’Università ci hanno insegnato che il
vero deterrente della sanzione è la certezza della pena. Se la percezione è
quella che i controlli non vi sono o
sono sporadici le persone continuano
tranquillamente nella propria condotta. Prima di comprimere ulteriormente le libertà di movimento si proceda a dei controlli serrati ed
effettivi …. Ma amaramente mi viene da
dire … forse pretendiamo troppo.
Davide,
amico mio, condivido la tua riflessione ma mi metto nei panni di chi debba
amministrare piccole realtà, quasi familiari, come quella in cui sto vivendo
questa clausura: non è facile. Devo dire che, pubblicamente, mi sento di
elogiare il signor Sindaco del mio paese Villarbasse perché sta, con fermezza, umanità
e decisione gestendo una comunità in cui, forse, la repressione potrebbe
diventare cosa imbarazzante. Io credo che stia all’ intelligenza delle persone
modulare i comportamenti nel rispetto della Vita propria e di chi stia loro
vicino e delle regole. Ecco, una parola sola, forse, potrebbe far comprendere tutto: rispetto!
Mi metto, anche, nei panni di quei poliziotti o carabinieri o vigili costretti
ad affrontare soggetti che delle regole se ne fregano e lo fanno con violenza
ed arroganza in un momento in cui anche solo una discussione face to face può
essere, potenzialmente, molto pericolosa.
Davide Diana & Mario Catania
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