sabato 28 settembre 2019

Eutanasia o fede?

Non sono un teologo ma credo che la discussione riguardo alla cosiddetta eutanasia, o suicidio assistito, vada spostata sul piano del "libero arbitrio". Se è vero che l'uomo e la donna nascono liberi devono poterlo essere fino alla fine decidendo se accettare o meno una condanna alla sofferenza senza speranza alcuna.  Un testamento è, tuttavia, atto revocabile fino all'ultimo istante di vita, il che mi porta a riflettere sul fatto che la possibilità di revocare la scelta potrebbe essere concessa unicamente a chi non solo sia in grado di intendere e volere ma abbia una benchè minima possibilità di esprimere il prorio pensiero, fosse solo a mezzo di  un battito di ciglia.  Dovremmo, poi, passare attraverso la definizione stessa di "vita" e, su questo punto, davvero, credo nessuno possa esprimere un pensiero; certo potremmo, facilmente, pensare che una persona costretta in un letto senza possibilità alcuna di muoversi altro non desidererebbe che la morte ma, poi, dobbiamo realizzare che, per nostra fortuna, almeno per il momento e salvo brutti scherzi della Vita, quella condizione non potremo comprenderla.  Quando da bambini vedevamo un quarant'enne pensavamo fosse un vecchio ma, oggi, arrivati ai quaranta e superati abbondantemente, comprendiamo come la Vita sembri iniziare adesso.   Sul piano etico e morale, dunque, la mia risposta è: beati voi che, in un senso o nell'altro avete una risposta perchè io proprio non ce l'ho.  Sul piano pratico mi chiedo se sia necessario tutto questo clamore mediatico. E' davvero così difficile porre fine ad un' esistenza ormai quasi terminata facendo passare il tutto come "morte naturale"?  Questa è la ragione per la quale non credo piu' a queste lotte donchisciottesche: perchè sono strumentalizzabili. Certo, tutto questo è vero ma il fatto che una cosa sia possibile anche se non legale ad altro non porterebbe che a  creare un mondo sommerso. Poniamo, dunque, il caso di un soggetto il quale abbia dichiarato che, trovatosi in condizione di non poter essere autosufficiente, la sua scelta fosse la morte e poniamo il caso che, quello stesso soggetto, capitato in quella condizione desideri, comunque vivere ma non possa comunicarlo... Di certo non invidio il Legislatore il quale debba legiferare sul caso...perchè certezze non ne ho!

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