giovedì 3 settembre 2015
La Vita è il piu' grande mistero che ci accompagni: viviamo in un mondo dove la gente muore, vive, ride, piange, soffre, gode, si ama, tradisce, cura, ferisce eppure tutto scorre giorno dopo giorno. Il malato terminale soffre l'idicibile in un letto di ospedale osservando da una finestra quel mondo del quale ha fatto parte in maniera attiva ma dovendo ora accettare di non poter mai piu' giorire per il sorgere del sole, il giungere della notte, l'arrivo dell'estate o la neve che scende copiosa. C'è poi anche chi di questi spettacoli non ha mai potuto godere per mille e mille ragioni: guerre, carestie, morti premature. Quale pensiamo possa essere il senso della Vita o, perlomeno, della nostra Vita? Chiediamocelo! Per certo non arriveremo alla risposta definitiva ma, perlomeno vivremo come esseri pensanti e, forse, saremo anche in grado di provare piu' umana pietas verso chi, solo piu' sfortunato di noi, viva tragedie immani cercando con le proprie misere forze, da piccolo uomo, di sopravvivervi.
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Forse dovremmo vivere tutti come se ogni giorno fosse l'ultimo. Chissa', magari sarebbe un mondo migliore.
RispondiEliminaSe sono vere le immagini delle foto in cui il corpicino del bambino è stato spostato allora viviamo proprio in un mondo schifoso. Marco Cajani
RispondiEliminaCaro Marco, concordo. La morte comunque di un bimbo tanto piccolo a causa delle guerre dovrebbe farci riflettere sulla crudeltà dell'essere umano. Il fatto che il corpicino sia stato spostato non cambia le responsabilità di chi lo ha ucciso.
RispondiEliminaMa avete visto quella fotografa cosa ha fatto? Se il diavolo esiste questo è quella donna: fare lo sgambetto ad un papa' in fuga con un bambino in braccio. L'ho trovato disumano.
RispondiEliminaCaro Federico ho pensato esattamente la stessa cosa.
RispondiEliminaFa ancora piu' effetto pensando sia una donna. Non so perchè.
RispondiEliminaPerche'tutti noi identifichiamo la donna come madre e protezione soprattutto per i bambini piccoli.
RispondiEliminaNon so voi ma io a volte mi chiedo il perchè di tanto differenti destini, ho letto il tuo primo libro, La scelta e condivido l'idea che, alla fine, questa possa ssere una vita di purgatorio per tutti noi. Gianfranco Massimi
RispondiEliminaCaro Gianfranco, intanto ti ringrazio per avere letto un mio libro. Beh...anche io mi pongo questa domanda a volte e la mia piccola risposta è proprio la medesima tua...
RispondiEliminaNon vedo spiegazione per tanta diversità di nascita e destino se non quella per cui stiamo vivendo qualcosa del quale dobbiamo scontare gli errori.
RispondiEliminaPosso fare una domanda in questa discussione? Qualcuno saprebbe fornirmi una definizione plausibile di Vita eterna?
RispondiEliminaGuarda Filippo. Davvero non ne ho idea, forse come ho espresso in qualche libro, anche questa Vita potrebbe essere il proseguimento di qualcosa di gia' vissuto. Noi siamo legati ad un'idea di Vitaper molti aspetti incompatibile con l'eternità. Per certo sarebbe bello che ognuno di noi potesse provare ad essere tutto.., chissa', questo percorso potrebbe anche esistere sempre ammessa l'identità di anima corpo e spirito della persona.
RispondiEliminaLa mia domanda in questa discussione è molto piu' terra a terra: mi chiedo se qualcuno possa davvero dirsi felice e soddisfatto dell'esistenza che vive, in tutto e per tutto intendo. Cos'è per voi il lavoro?
RispondiEliminaIl lavoro è la nsotra dignita'. Questo è il mio pensiero.
RispondiEliminaQuindi vuoi dire che uno che sia senza lavoro non abbia dignita'? Non sono d'accordo.
RispondiEliminaNon intendevo dir questo. Credo che la dignità di una persona sia legata a lavoro ma mi rendo conto che in molte situazioni la mancanza di esso non sia volontaria. Mi sono espresso male.
RispondiEliminaMi chiedo quanti possano davvero affermare di essere realizzati sul lavoro, di alzarsi la mattina felici di andare in ufficio. Chi puo' dire di si è una persona fortunata.
RispondiEliminaC'è chi vive per lavorare e chi lavora per vivere.
RispondiEliminaE la morale quindi è che nessuno si puo' dire davvero libero.
RispondiEliminaForse un gesto di libertà lo ha fatto oggi quel monsignore che si è liberato dihiarandosi gay ma vorrei chiedervi se pnsate sia stato un comportamento sensato. Non sarebbe stato forse meglio itirarsi senza troppo clamore senza creare un caso simile mettendo in imbarazzo tutta la Chiesa? Perchè poi quelle affermazione generiche sui sacerdoti? Mi è parso uno spettacolo di cattivissimo gusto.
RispondiEliminaCaro Luca, condivido la tua posizione. Si, sembra davvero che quella che, comunque sia, andrebbe considerata una devianza debba, di contro, diventare motivo di orgoglio. Umanamente posso pensare che, quando qualcuno abbia il coraggio di liberarsi di e da un fardello simile quasi come conseguenza necessaria di tale gesto giunga la voglia di urlarlo al mondo intero. Credo, tuttavia, che un uomo di Chiesa, almeno per rispetto ad essa, avrebbe dovuto astenersi dal mettere in piedi un baraccone simile.
RispondiEliminaCondivido l'idea della devianza, si non e'certo qualcosa di naturale bensi'un qualche cosa di contro natura. Per carita', se non vissuta come perversione ma con naturalezza tutti dobbiamo rispettare tutto e tutti ma non sembra giusto farne un baraccone.
RispondiEliminaChi crede dia giusto dare diritti analoghi al matrimonio alle copiie di fatto ed anche alle coppie omosessuali?
RispondiEliminaBuona sera a tutti, mi scuso anticipatamente per la latitanza ma l'ultimo libro mi sta assorbendo. Cara Federica, credo che dare gli stessi diritti....almeno alcuni, sia corretto: pensiamo alla reversibilità della pensione, al diritto di assistenza in ospedale. Se esiste vero amore tra due persone dello stesso sesso, laddove non si tirino in ballo diritti o sensibilità altrui, reputo sia anche giusto concedere uguaglianza: saro' all'antica ma non mi smuovo su matrimonio e soprattutto adozioni.
RispondiEliminaD'accordo su tutta la linea. Giusto permettere di avere diritti uguali anche alle coppie omosessuli ma non toccherei matrimoni e bambini.
RispondiEliminaSoprattutto i bambini anche perchè non possiamo sapere come operi il meccanismo del condizionamento: se vedono qualcosa che è comunque una devianza come normale non è detto che non ne vengano influenzati.
RispondiEliminaAnche questo è il punto: in questi tempi sembra che io' che non è naturale lo debba diventare e si debba sbandierare. Non dico ci sia da vergognarsi ma forse nemmeno da festeggiare.
RispondiEliminaSono manifestazioni come il Gay pride a danneggiare prima che aiutare loro stessi che pensano di essere da queste rappresentati. Condivido che se di uguaglianza si parli non si debba sfociare in simili volgarità.
RispondiEliminaPenso pero' che non sia giusto parlare di adozioni. Ci sono tante coppie innamorate e regolari che non riescono ad adottare, lasciamo spazio prima a loro.
RispondiEliminaMi inserisco nella discussione per farvi presente, da lettrice di gossip, dello schifo che mi ha fatto vedere le foto del prete abbracciato al suo nuovo fidanzato.un po' di decenza!
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