venerdì 8 aprile 2016
Vado contro corrente ma mi sento di affermare di non essermi sentito offeso o peggio dall'intervista di Bruno Vespa al figlio del boss Riina in Porta a Porta. Purtroppo la mafia fa parte della nostra Storia ed è, volenti o no, un fenomeno, se non culturale, comunque di cultura... atavico. Per questa ragione il sentire dalla sua voce come il figlio di un boss, del capo dei capi, sia vissuto negli anni del "potere" del padre o della sua latitanza penso sia stato, anzi fosse, finalmente utile. Troppi si sono scagliati contro la trasmissione ed il suo conduttore leggendo la situazione, a mio avviso, nel modo piu' semplicistico possibile; in realtà, se tutti riflettessimo a freddo, comprenderemmo che lo scopo dell'intervista sia stato assolutamente raggiunto. Tutti e dico tutti si sono sentiti indignati da come il figlio di un delinquente fosse libero di vivere non cento ma mille volte meglio di quello di un onesto operaio, da come anche il peggiore dei reati, l'omicidio, fosse accettato come un male cessario all'interno di un certo modus vivendi et operandi. Non credo, allora, sia piu' utile chiudere gli occhi di fronte ad ingiustizie, soprusi e quanto altro di nefando vi sia ma piuttosto mostrarli, anche a rischio di "creare dei casi" perche...se tutti si incazzassero dinnanzi alla malagiustizia, forse, la Giustizia trionferebbe.
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Idea condividibile. Certamente la volontà di stupire l'ha fatta da padrone ma anche a me è parsa una trasmissione accettabile nell'ottica del comprendere una realtà.
RispondiEliminaCertamente puo' essere una posizione ma io credo sia solo stata voglia di fare uno scoop e null'altro.
RispondiEliminaIo devo ammettere di verla seguita con interesse. Certo c'era volontà di fare spettacolo ma l'aspetto giornalistico non mi è dispiaciuto.
RispondiEliminaMi ha stupito Vespa: che necessità aveva di inventarsi una puntata simile?
RispondiEliminaIo concordo con Mario. La conoscenza è ur sempre cultura ed a volte è necessario accettare di poter conoscere realtà scomode. Il sapere come possa vivere il figlio di un boss credo sia stato utile in conoscenza.
RispondiEliminaMa certo. Conoscere non signifiva accettare ne avvallare. Anche a me e'parsa utile l'intervista.
RispondiEliminaSecondo lei ha fatto bene Vespa a non rispondere alle critiche?
RispondiEliminaBuona sera. Secondo me si, ha fatto bene...rispondere non avrebbe fatto altro che fomentare la discussione. Tanto oguno la pensa a proprio modo ma difficilmente si cambia idea.
RispondiEliminaTanto lui va avanti... chi lo sposta da lì?
RispondiEliminaIo apprezzato l'interveto. Certo, per noi persone normali sembra tutta una fantascienza ma probabilmente è giusto capire che esista anche altro e che anche questi boss nno una vita, una famiglia, un esistenza.
RispondiEliminaPoi non è forse nemmeno giusto fare ricadere sui figli le colpe dei padri....
RispondiEliminaIo credo che il nascere in un sistema del genere tolga la possibilità di scegliere. Forse ragazzi e bambini nati in situazioni simili perdono anche la possibilità di discernere tra il bene ed il male.
RispondiEliminaNo Erminia. Non condivido. Nascere in un sistema non toglie la facoltà di scegliere tra il bene ed il male. Puo' invece fare comodo non vedere o non voler vedere.
RispondiEliminaSono d'accordo con Alessio. Troppo facile vivere nel lusso senza "sapere" da quali crimini provenga.
RispondiEliminaMa la trasmissione di Vespa, mi pare avesse proprio questa intenzione, quella di fare vedere la realtà poi ognuno poteva giudicare.
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