martedì 5 giugno 2018

est modus in rebus

Scrivo questo articolo a quattro mani insieme all'amico, avvocato, Davide Diana. Ci siamo trovati a constatare come i toni populisti di questa campagna elettorale, che sembra ancora in atto, possano diventare davvero dannosi a livello sociale. La prima differenza tra un politico o, comunque, un personaggio pubblico ed un cittadino comune è data dal fatto che parole, proclami e quanto altro del primo vengano ascoltati da una moltitudine eterogenea di persone ed è questo un particolare non da poco. Il folle, il fanatico esistono ed il web lo sta dimostrando. Da una parte fa sorridere leggere post di gente la quale pubblichi foto di persone di colore accompagnate da altrettanto coloriti proclami, dall'altro spaventa pensare che, spesso, queste persone credano in quello che pubblicano. Si sente parlare di "popolo" con toni da presa della Bastiglia. Quando nel 1789, gli abitanti del quartiere di Saint'Antoine a Parigi, si armano ed attaccano il carcere della Bastiglia, a fine giornata, avranno liberato sette prigionieri di cui quattro falsari, due pazzi ed un nobile libertino ma da questo carcere ebbe inizio la Rivoluzione Francese con le morti che portò con sè. Il messaggio è molto chiaro e viene dall'unico vero leader politico dotato di capacità di analisi critica: Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco. La sostanza è semplicissima: il populismo, la rincorsa piu' che dei sentimenti dei risentimenti popolari fatti lievitare attraverso un'abile e mistificante propaganda, porta direttamente ai totalitarismi, alla ricerca dell'uomo forte, all'illusione che vi sia qualcuno che con un colpo di bacchetta magica con la rinuncia da parte nostra ai diritti di libertà, alla democrazia, possa rimettere le cose a posto. Messaggi che abbiamo conosciuto direttamente: il duce che faceva arrivare i treni in orario, che ci consentiva di dormire con la porta di ingresso aperta, che scovava immediatamente ladri e stupratori come Girolimoni che, in realtà, fu la vittima sacrificale della retorica di regime il quale garantiva l'eliminazione della corruzione la quale era, in effetti, il tratto caratterizzante del fascismo, a cominciare, come si disse e si apprestava a denunciare Giacomo Matteotti, dai parenti piu' stretti dell'uomo della provvidenza e via continuando con amenità di questo genere, totalmente infondate, palesemente false. ( i fake non sono il frutto della modernità ma, al limite, di un modo di fare politica) Davide Diana Mario Catania

Nessun commento:

Posta un commento