venerdì 14 settembre 2018

Lettera ai...Vice Premier...

Personalmente trovo le dichiarazioni del Presidente Mario Draghi un monito importante! Signor Vice Premier Salvini: Mario Draghi è, si un italiano ma cio' non significa, automaticamente, stare con Lei o avallare le peggio cose fatte- poche per fortuna - o dette - molte - da un Governo dei Tweet in questi ultimi mesi. Lei sostiene, parlando al "suo popolo", di rappresentare sessanta milioni di italiani...bene, chi scrive si dissocia e, sempre a chi scrive, sembra leggermente presuntuoso portare al sostegno del proprio ideale - di questo parliamo - simili numeri. In Italia vi saranno anche, piu' o meno, sessanta milioni di persone ma, Lei è stato votato da quattro, forse cinque. Per onestà intellettuale, dichiarare di rappresentare dieci milioni di italiani sarebbe stato piu' corretto e meno confutabile. Vorrei ricordare le parole del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - dal quale io mi sento rappresentato - pronunciate, oggi, a Riga: "sono nato durante i bombardamenti e ho un'innata idiosincrasia per i nazionalismi."...La stessa che, credo, provi il Ministro degli Esteri lussemburghese Asselborn nei Suoi - spero non nei nostri - confronti. Un'ultima riflessione, da scrittore, va alle critiche poste dall'altro Vice Premier, il Ministro Di Maio, riguardo alla decisione su quella che io, semplicemente, chiamerei "l'appartenenza del diritto di autore all' autore stesso"...beh, ovvio che alla cultura di internet faccia un po' male ma, riscoprire i libri non sarebbe una malattia anche perchè lo studio, quello vero, passa attraverso una parola: interpretazione!

giovedì 6 settembre 2018

Le bambole di Torino...

Oggi, camminando con un amico per via Avogadro, nel pieno centro di Torino, noto, davvero rattristato, ciuffi di erba e sterpaglie pressochè ovunque nel marciapiede a fare da contorno alle numerose attività storiche della ancora piu' centrale via Roma abbandonate o lasciate morire. Pero', siccome una catarsi esiste sempre, leggo, poi, di una nuova frontiera appena nata nella nostra città a mezzo della quale deteniamo un primato...invidiabile: il primo bordello di bambole in Italia! Lunedì 3 settembre ha aperto LumiDolls Torino, il primo bordello che offre sesso con bambole e, per il quale, pare, le prenotazioni siano piovute a centinaia...Sarò anche all'antica o, magari, semplicemente sano di mente, in ogni caso, davvero, "farmi una bambola" mi spaventerebbe...prima di tutto per la mia salute mentale, appunto. Personalmente reputo malato il solo desiderio di provare qualcosa di simile, mercenario il proporlo e folle, da parte di un comune, il concederne l'autorizzazione ma, per certo, visto che siamo in buona compagnia, vedi Barcellona, perchè non copiare quanto fanno all'estero? Qualche psicologo sostiene che tutto questo possa avere un effetto "terapeutico" per chi abbia timore nell'approcciarsi con l'altro sesso: speriamo, almeno, sia vero..Vorrei, tuttavia,proprio a tale proposito, proporre una riflessione: bambola significa dominio! Non si rischia, forse, di instillare nella mente di chi magari, già, abbia dei problemi, il fatto di potere "possedere", "dominare" una donna in carne ed ossa, un domani, piuttosto che una bambola di gomma?

martedì 4 settembre 2018

La formula 1 è uno sport di squadra.

Io sono italiano e sono un'italiano appassionato di sport automobilistici, come tale avrei il grande desiderio di leggere, un domani, della ripresa di Michael Schumacher e di un mondiale vinto da una "rossa". La Formula 1 è, comunque, uno sport di squadra: quanti mondiali sono stati decisi dai "gregari" prima ancora che dalle prime guide? Ricordo tra tutti Gerhard Berger, al quale anche l'immenso Ayrton Senna deve molto. Ho trovato logico lo stupore dello stesso pilota Mercedes Lewis Hamilton riguardo al comportamento tenuto da Kimi Raikkonen durante la partenza del Gran Premio di Monza di domenica scorsa. Un vero gioco di squadra avrebbe portato alla logica conseguenza di chiudere verso destra lasciando il corridoio libero al compagno di squadra in lotta per il titolo il quale, molto probabilmente, sarebbe fuggito in una cavalcata solitaria. Kimi, invece, ha pensato bene non solo di chiudere la porta a Vettel ma di rallentarlo addirittura permettendo l'affiancamento di Hamilton. Risultato: errore di frustrazione di Vettel ma, credo, troppo pochi abbiano parlato del mancato gioco di squadra...ammesso che ve ne sia una, purtroppo.