sabato 10 aprile 2021

Pandemia: quando manca il semplice buon senso

 

Le nostre vite sono cambiate, stravolte da oltre un anno … tempo in cui ci siamo, lentamente, abituati a vivere una realtà virtuale fatta di privazioni, di limitazioni, di divieti, di regole mai prima conosciute. Io non sono un fan delle mascherine - anche se, credo, possano servire - poiché le ritengo il simbolo della nostra perduta libertà e il simulacro di una sconfitta sociale alla quale stiamo assistendo. Il "sistema", a livello mondiale, ha palesato la sua assoluta incapacità di governare il fenomeno pandemia. L’impreparazione di fronte a un accadimento assolutamente imponderabile ci sta;  il caos vissuto tra marzo e maggio scorsi può  essere catalogato tra gli accadimenti accettabili di questa vicenda e questo sia da parte dei governanti che dei governati.  Reputo, di contro, molto meno comprensibile quanto accaduto durante la scorsa estate e in questa eterna “seconda ondata”. Tutto, sin da giugno, sembrava essere prevedibile e previsto: era previsto che la seconda ondata arrivasse, era previsto che fosse  più violenta della prima, era previsto che fosse necessario chiudere nuovamente tutto. A fronte di queste previsioni sono stati ideati rigidi protocolli per alcune categorie di lavoratori quali, a esempio,  i ristoratori mentre gli stessi protocolli  sono stati assolutamente dimenticati per altre situazioni … la scuola, una su tutte, dove l’idea geniale dei banchi con le rotelle ha tenuto, perdonate la reiterazione, banco.  Se vuoi tenere distanti i ragazzini i banchi glieli devi inchiodare  non mettere  le rotelle! Dopo tre ore di lezione anche due cinquantenni giocherebbero all’ autoscontro! A fronte di tutto questo non vi è stato pressoché alcun controllo e si è scelto di chiudere tutto e tutti parificando chi si fosse attenuto alle disposizioni a coloro i quali delle stesse non se ne fossero minimamente curati: la livella, come la definiva il grande Totò … ma la livella di Totò era la Morte.  Quello che più mi ha lasciato basito, nella seconda fase di questa pandemia, è stata proprio l’assenza del minimo buon senso sia da parte della politica che da parte della popolazione. Eh sì perché grande parte della colpa l’hanno avuta coloro che hanno sempre negato l’esistenza del virus; rifiutato la sua pericolosità; deriso l’utilità dell’utilizzo delle mascherine, del distanziamento e dell’ igienizzazione delle mani. Purtroppo un esercito necessita di un comandante forte e un popolo di una guida sicura.

 Io sono assolutamente favorevole ai vaccini benché preferisca, a essi,  una cura. La domanda che mi sono posto in questi giorni con l’amico John Irving riguarda proprio questo argomento: perché abbiamo assistito unicamente a una  corsa per la sperimentazione di un vaccino a fronte di un atteggiamento, apparentemente, sempre ostile e negazionista di fronte  alla possibile esistenza di una cura?  

   

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