mercoledì 22 aprile 2020

La"psicosi" spiegata da Trilussa.


Il termine “psicosi”, nella sua accezione più estesa, indica un fenomeno di apprensione , timore, paura, individuale o collettiva, che assume aspetti quasi morbosi; la cosiddetta “psicosi di massa” è, invece, un fenomeno socio psicologico che riguarda il manifestarsi degli stessi sintomi isterici in più di una persona.

Bonsenso pratico
“Quanno de notte sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello
Tutta la Folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’le braccia in croce.
Ma un Vecchio restò in piedi e, francamente
Voleva dije che nun c’era gnente

Poi ripensò: - Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzuolo:
ma più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione –
E pure lui se mise a pecorone.
( Trilussa . Cento Favole)

domenica 19 aprile 2020

Gli sport non sono tutti uguali.


Condivido una riflessione  scritta a quattro mani con il dottor Gianluigi Govagnoli responsabile dell’Ufficio Veterinario e Salute e Benessere del Cavallo Atleta della F.I.S.E.  Chiunque può facilmente comprendere le ragioni, anche di ordine pubblico, quanto mai stringenti in questo momento, sottostanti alla necessità di far ripartire uno sport in grado di tenere incollati al video milioni di telespettatori. Crediamo, tuttavia, occorra, oggi più che mai,  valutare anche altri parametri concernenti le differenti discipline sportive quali le distinzioni tra sport all’ aperto, con il contatto o senza il contatto, tra sport  individuali o di gruppo.                                      
 L’equitazione è uno sport dove il contatto ravvicinato tra gli atleti ( professionisti e non) è  impossibile a meno di almeno due metri di distanza , non fosse altro che per l’ingombro dell’animale stesso.  L’equitazione è uno sport il cui compagno è anch’ esso un atleta e un essere vivente il quale necessita di cure di vario tipo che possono essere demandate ad altri soggetti, che non siano i proprietari, per periodi di non troppo lunga durata: i cavalli necessitano di cure quotidiane,  di ferrature, di alimentazioni, che non sempre sono identiche gli uni per gli altri, necessitano di muoversi e, anche in questo caso, dobbiamo dire che non tutti sono abituati a farlo nello stesso modo.  Il nostro è uno sport che si svolge all’ aperto, sempre in grandi spazi e, dunque, crediamo sia assolutamente possibile ridare respiro alle attività equestri  dietro le quali gira un mondo fatto di operatori, gestori, amatori, atleti con una filiera  economica peculiare molto lunga, articolata e importante:  siamo convinti lo si possa fare in sicurezza sia per i proprietari che per i gestori delle strutture poiché non ci scordiamo che questa è la priorità.

mercoledì 8 aprile 2020

Cavalieri del buon senso


L’equitazione è uno sport assolutamente particolare poiché compagno di avventura è un essere vivente ed è un’attività che si può praticare in assoluta solitudine.  Essendo classificato tra “gli sport non di contatto" nell’ ottica di una, speriamo non troppo lontana, ripartenza sono certo che lo sport equestre possa essere uno dei primi a risorgere;  non dobbiamo, tuttavia scordare due componenti, in questo particolare momento storico decisamente importanti, riguardanti la sicurezza. Si! La sicurezza! Non possiamo scordare il fatto che l’equitazione sia uno sport potenzialmente pericoloso e non sarebbe certo questo il momento migliore per farsi male così come non possiamo sottovalutare il fatto che per rivedere i nostri cavalli dovremo accedere a strutture. Noi tutti, dunque, dovremo essere “cavalieri del buon senso” rispettando indicazioni precise di accesso ai circoli esattamente come, in un’azienda, verranno rispettate le precauzioni imposte dal legislatore. Se necessario potremmo anche scoprire un nuovo modo di approcciarci al nostro sport pensando, ove lo ritenessimo più sicuro, magari di non montare ( almeno fino a quando la situazione negli ospedali si manterrà critica) ma di accudire il nostro cavallo costruendo o ricostruendo un rapporto a terra con l’animale. Dovremo, poi, rammentare di essere uomini e donne responsabili verso se stessi e verso gli altri mantenendo comportamenti che verranno richiesti all’ interno delle strutture, comportamenti che saranno dovuti nell’ ottica della prevenzione e del rispetto della salute nostra e di chi in quelle strutture vi lavora. Credo che se saremo “cavalieri del buon senso” il nostro meraviglioso sport potrà ripartire!


giovedì 19 marzo 2020

Una riflessione sul tema del "rispetto delle regole" con l'avvocato Davide Diana


La virtù sta sempre nella mezza misura e, credo, si sia trovata una buona virtù in questi giorni capace, forse, di far proseguire questa sorta di isolamento. Le regole esistono e sono chiare si possono fare molte cose a patto di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro e di evitare assembramenti; si può anche continuare a fare sport ( per molti necessario sia a livello fisico che mentale) purché l’attività venga svolta in assoluta solitudine. Io credo che in un situazione di emergenza queste regole siano non solo condivisibili ed accettabili ma rappresentino una fortuna. Eventuali e future ulteriori restrizioni saranno, dunque, da addebitarsi unicamente ad un’atavica volontà di agire in sfregio e spregio delle regola da parte di qualcuno.

Caro Mario, condivido il tuo pensiero ma vorrei sottolineare l’ennesimo fallimento dello Stato. Quando non si riesce a governare un fenomeno  sull’onda emotiva o la necessità del momento, si inaspriscono le sanzioni. Ricordi i casi delle morti del sabato sera?  Per fronteggiare quell’emergenza non occorreva inasprire esageratamente le pene ma semplicemente fare più controlli e dare le sanzioni che già esistevano. All’Università ci hanno insegnato che il vero deterrente della sanzione è la certezza della pena. Se la percezione è quella che i controlli non vi sono  o sono sporadici  le persone continuano tranquillamente nella propria condotta. Prima di comprimere ulteriormente  le libertà di movimento  si proceda a dei controlli serrati ed effettivi …. Ma  amaramente mi viene da dire … forse pretendiamo troppo.

Davide, amico mio, condivido la tua riflessione ma mi metto nei panni di chi debba amministrare piccole realtà, quasi familiari, come quella in cui sto vivendo questa clausura: non è facile. Devo dire che, pubblicamente, mi sento di elogiare il signor  Sindaco del mio paese Villarbasse perché sta, con fermezza, umanità e decisione gestendo una comunità in cui, forse, la repressione potrebbe diventare cosa imbarazzante. Io credo che stia all’ intelligenza delle persone modulare i comportamenti nel rispetto della Vita propria e di chi stia loro vicino e delle regole. Ecco, una parola sola, forse, potrebbe far comprendere tutto: rispetto! Mi metto, anche, nei panni di quei poliziotti o carabinieri o vigili costretti ad affrontare soggetti che delle regole se ne fregano e lo fanno con violenza ed arroganza in un momento in cui anche solo una discussione face to face può essere, potenzialmente,  molto pericolosa.

Davide Diana & Mario Catania 

lunedì 16 marzo 2020

Un sistema sanitario che rappresenta l'eccellenza mondiale non in grado di salvare lo 0,006% della popolazione: un paradosso.


Ogni accadimento della Vita porta con sé degli insegnamenti e da questa brutta storia ne traiamo due: l’Europa unita è un’ipocrisia più che una chimera e i tagli - mondiali e non solo italiani - a sanità, difesa e cultura si pagano nel tempo.
Il fatto che l’Unione Europea sia un’illusione, beh, credo non abbia bisogno di spiegazioni. Non si unisce ciò che nasce diviso: non saremo mai gli Stati Uniti d’Europa! Un americano si sente americano prima che californiano, texano o altro mentre noi siamo torinesi, prima che piemontesi,  prima che italiani; l’essere stati divisi anche nelle Guerre Mondiali dovrebbe far riflettere.
Riguardo ai tagli - ed anche qui non considero solo l’Italia ma tutto il mondo -  contano le percentuali. Anche ammettendo la peggiore delle proiezioni, ossia quella secondo la quale i contagiati di Corona Virus potrebbero arrivare ad essere 90.000 solo in Italia, dovremmo considerare che, su una popolazione di sessanta milioni di abitanti, sarebbero lo 0,15%, una percentuale bassissima. Coloro che, poi, malauguratamente, avrebbero bisogno di terapia intensiva, la rianimazione, sarebbero, sempre secondo i numeri, 3600 ossia lo 0,006% della popolazione italiana. I tagli alla sanità sono stati capaci di indebolire a tal punto il nostro sistema sanitario da renderlo incapace di soccorrere lo 0,1% della popolazione e ricoverare in terapia intensiva lo 0,006% della stessa: si, perché questi sono, realisticamente, i numeri che la stanno mettendo in crisi. Considerando che il nostro sistema sanitario rappresenta l’eccellenza mondiale spero di dover considerare le parole di Bill Gates, pronunciate un lustro fa, una premonizione piuttosto che un avvertimento.

lunedì 24 febbraio 2020

Il caos

 Non riesco ad immaginare una misura più efficace del creare confusione, sollevare  polveroni per distogliere pensieri ed attenzioni. Senza un nemico non si va da alcuna parte tanto che, se non esiste,pare sia addirittura necessario inventarlo. Un nemico, tuttavia, se è conosciuto non è pericoloso dunque, il vero nemico per occupare totalmente i nostri pensieri, deve essere misterioso, nascosto, ignoto. L'ignoto favorisce il proliferare di opinioni dove tutti diventano avvocati, economisti, medici a seconda dell'argomento in questione ed anche coloro che sono davvero avvocati, economisti, medici esprimono, il più delle volte, opinioni contrastanti causate, proprio, dalla confusione creata contribuendo, a loro volta, a creare ulteriore caos. Il caos è esattamente ciò a cui anela l'autore della confusione iniziale il quale, nel mentre, si troverà in altre faccende affaccendato senza che alcuno se ne possa o voglia accorgere. 

domenica 16 febbraio 2020

La maschera della Morte Rossa. Racconto di Edgar Allan Poe

La vicenda della Diamond Princess, bloccata nel porto di Yokohama  in un'atmosfera surreale, riporta la mia fantasia di romanziere ad un racconto di  Edgar Allan Poe intitolato "La maschera della Morte Rossa." Una terribile pestilenza, la Morte Rossa, sta devastando intere contrade e il Principe Prospero decide di ritirarsi insieme ad amici e cortigiani nel suo palazzo; il tempo trascorre tra feste e danze ma, durante una di queste, una figura misteriosa, avvolta in un sudario macchiato di sangue e con il volto coperto da una maschera, interrompe i festeggiamenti. Prospero le si fa dinnanzi ma è il primo a morire: è la Morte Rossa, riuscita ad entrare nel palazzo.