martedì 30 giugno 2020

Il football senza pubblico, uno sport senza il cuore.


Il calcio senza pubblico è uno sport senza anima.
Sono  da sempre stato appassionato di calcio anche se non sono   uno sfegatato tifoso;  amavo l’atmosfera  che si creava prima di una partita, magari importante; mi piaceva osservare dal mio terrazzo di Torino i pullman stipati di tifosi , gli stessi che poi vedevo colorare le gradinate dello stadio con  le loro coreografie. Lo sport è cuore, anima: avete mai solo provato ad immaginare cosa significhi giocare di fronte a quaranta, cinquanta, magari ottantamila tifosi che urlano, cantano, incitano? Io nasco tennista, Mario Enrico Rossi che scrive a quattro mani con me nasce calciatore ma entrambi sappiamo quale sia la differenza tra giocare in un campo di periferia e giocare davanti a gente che ti osserva. Il calcio è quel bambino che tiene per mano il suo idolo prima di entrare in campo, sono gli occhi del tifoso felice o deluso sulle tribune, è la rabbia dello sfegatato che vive per quella partita il martedì sera come fosse il suo unico problema nella vita, sono gli occhi del piccolo tifoso felice in contrasto con quelli del suo altrettanto giovane coetaneo deluso sugli spalti, è il suono assordante dei cori e, poi, si!... ci sono anche loro, i mega milionari che rincorrono una palla e che dovrebbero ricordarsi che senza quel bimbo in tribuna, quell’operaio per il quale rappresentano il simulacro di una Vittoria o di una Sconfitta della Vita, non conterebbero un bel nulla in assoluto.

 Mega milionari che durante il Covid, incredibilmente, ci sono mancati molto meno di quanto avremmo immaginato.
Queste partite simulacro di allenamenti a porte chiuse sono inguardabili. 
Non trasmettono emozioni.
Maradona sarebbe diventato la 'Mano de Dios' se avesse segnato un goal irregolare in uno stadio desolatamente vuoto ? 
Avrebbe avuto per lui lo stesso significato alzare la coppa  davanti ad una manciata di addetti ai lavori ?
Non si sarebbe  gustato il ruggito della folla ?
Dalla bidonville di Villa Fiorito al tetto del mondo solo per l'ingaggio e i diritti televisivi ?  
Che tristezza sarebbe stata !!!
Eh già, dimenticavo. A tutto c'e' rimedio !!!
Il pubblico ologrammo  - psichedelico della finale di Coppa Italia (fantastico vero ?) ed il tasto verde di Sky per gli effetti sonori (peccato che esulti in maniera asincrona)
 Mario Catania
 Mario Enrico Rossi


I

mercoledì 17 giugno 2020

Il caos e l'imposizione di una guida: la forza di ogni regime.


Il momento storico surreale che stiamo vivendo ha lasciato  tutti, pochi esclusi, con un certezza: nessuno si è fatto realmente un’idea di cosa sia accaduto! L’affermazione di cui sopra è oltremodo preoccupante poiché implica l’assoluta sfiducia nei confronti di chi sia deputato a governare e di chi sia deputato ad informare.   Cosa sia accaduto? Perché sia accaduto? Cosa stiamo vivendo e perché lo stiamo vivendo? Cosa sia tutto questo?  … Nessuno lo sa eppure girano sul web, sui notiziari, nelle conferenze stampa le tesi più disparate: una guerra di tutti contro tutti.  “Le mascherine servono ma non servono”; ”Il distanziamento è utile ma pressoché inutile” ; “Il virus resiste all’cambiente esterno ma l’ambiente esterno gli è letale”;  “Abbiamo vissuto un dramma ma no! .. Non è vero, era tutta una farsa!”.   Tutti si scoprono essere  scienziati, ricercatori, medici, economisti, politologi perché laddove manchi un punto di riferimento - il quale, nel caso in specie dovrebbe essere rappresentato dallo Stato - molte, troppe teste bene o malpensanti si arrogano il diritto di ergersi a tale rango ed allora, volutamente o no, si crea il caos. Il caos è l’origine della negazione della Verità. Esso  è la nebbia che impedisce la vista, la nebbia che tutto appiattisce e l’appiattimento della Verità è la prima e vera arma di ogni regime.

giovedì 4 giugno 2020

Gli animali e l'uomo.



Il rapporto uomo - animale  è atavico così come, a volte, risulta innata la convinzione dell’essere umano di godere di una superiorità intellettiva nei confronti degli animali. Ma, un animale, se sbaglia e viene punito non sbaglia più! Tanti comportamenti di questi giorni mi hanno fatto sorgere alla mente questo parallelismo: stiamo uscendo dal periodo più buio e duro dopo la Seconda Guerra Mondiale; abbiamo preso lo schiaffo più forte che mai avremmo potuto immaginare; siamo stati costretti in casa potendo, per mesi, uscire unicamente con certificazioni, a duecento metri dall’abitazione, vedendo la nostra libertà limitata se non azzerata e, oggi, quando ci viene chiesto di fare quello che vogliamo indossando una mascherina, lavandoci le mani e stando un po’ distanti …. tanti si ribellano, manifestano, sfottono perfino chi rispetta le regole. Solo ieri parlavo con un ingegnere che, con sorriso furbino, sosteneva come i medici fossero tutti degli sprovveduti improvvisatori che poco o nulla capiscono rispetto, secondo lui, agli ingegneri; a parte che non auguro a questo signore di aver bisogno di cure perché sarebbe bello che un medico improvvisato, nel caso, gli dicesse due paroline ma il dotto in questione, mi parlava avvicinandosi, senza mascherina o altro!  Speravo che il mondo potesse cambiare, che l’uomo imparasse da questa vicenda e invece vedo vincere ancora l’arroganza, la stupidità, la strafottenza. Gli animali sono perfettamente in grado di vivere in un sistema di equilibri mentre l’uomo è sempre più incapace di vivere nelle regole; l’uomo è bravissimo a costruirsi una propria convinzione, basata spesso sul sentito dire, per poi piegare tutta la realtà alla stessa, purtroppo, però, essendo in molti, questo genera il caos.

venerdì 24 aprile 2020

Sportivi non delinquenti!


Orandum est ut sit mens sana in corpore sano.( Giovenale . Satire.) L’uomo, nell’intenzione del poeta, dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo. Il motto che da questa esortazione deriva, è, in realtà, una mistificazione del suo stesso significato: Giovenale non afferma che vi sia una mente sana in un corpo sano ma che sia obiettivo al quale l’uomo anela quello di possedere l’una e l’altro. In molti, certamente, sosterranno e sostengono che vi siano argomenti di maggiore importanza, piuttosto che lo sport, da affrontare in momenti drammatici come quello che stiamo vivendo … ma chi lo sostiene non comprende l’importanza della pratica sportiva nella società né, tantomeno, comprende la rilevanza sociale della stessa. Praticare attività sportiva non significa perdere tempo ma, molto spesso, scaricare tensioni, preoccupazioni, stanchezza mentale. Le sostanze neurochimiche rilasciate durante l’esercizio sono così potenti che vi potreste considerare dei farmacisti, auto-medicandovi! Vi è una forte correlazione tra la quantità di alcuni neurotrasmettitori nel cervello e il vostro stato d’animo. Infatti, come è stato più volte dimostrato, l’esercizio migliora l’ambiente chimico cerebrale, sia a lungo che a breve termine. Per le persone che invece, non sono clinicamente depresse, recenti studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico sia uno dei più affidabili “booster” dell’ umore. In un momento storico in cui si chiedono sacrifici impensati ai cittadini, lasciare loro una valvola di sfogo sarebbe stata cosa buona e intelligente, capace, magari, di placare polemiche e malumori.
Gli uomini e le donne di sport a qualsivoglia livello, dal professionista al dilettante, sono uomini e donne dedite a una disciplina, capaci anche di sacrifici e, soprattutto, attenti alle regole, sarebbero stati, dunque, i soggetti maggiormente controllabili e regolabili all’interno di un sistema avviato alla confusione; siamo certi che ragazzi e ragazze sarebbero stati capaci e perfettamente in grado di accettare allenamenti differenziati nello spazio e nel tempo secondo regole e regolamentazioni espresse con chiarezza.
Ci auspichiamo tutti che da questo errore, perché di errore si tratta, dell’aver impedito, anzi vietato, ai cittadini di poter praticare attività sportiva, anche in solitudine, si tragga, in futuro un insegnamento poiché siamo persuasi del fatto che molte polemiche sarebbero potute essere evitate e una forte mano sarebbe potuta essere lanciata dal mondo dello sport.  
Ci hanno avvilito immagini di elicotteri lanciati all’inseguimento di un povero tapino che sta correndo, da solo, in una spiaggia deserta così come i proclami tesi a demonizzare chi, da solo, avrebbe voluto interrompere una sorta di arresto domiciliare con un giro in bici o una passeggiata in montagna in solitudine, tutte situazioni in cui il contagio era ed è assolutamente impossibile. Ammettiamo che vi sia stato qualcheduno indisciplinato, soprattutto all’inizio quando la situazione era totalmente confusa ma d’uopo sarebbe stato sanzionare coloro che creavano assembramenti evitando di limitare le libertà di tutti, anche dei soggetti, degli atleti, degli amatori, dei dilettanti, responsabili e ligi alle regole perché non dobbiamo mai dimenticare che, in primis, il valore da tutelare sia la salute degli altri e nostra!   
Federica Brignone
Paolo Pambianco
Davide Diana
Mario Catania




mercoledì 22 aprile 2020

La"psicosi" spiegata da Trilussa.


Il termine “psicosi”, nella sua accezione più estesa, indica un fenomeno di apprensione , timore, paura, individuale o collettiva, che assume aspetti quasi morbosi; la cosiddetta “psicosi di massa” è, invece, un fenomeno socio psicologico che riguarda il manifestarsi degli stessi sintomi isterici in più di una persona.

Bonsenso pratico
“Quanno de notte sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello
Tutta la Folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’le braccia in croce.
Ma un Vecchio restò in piedi e, francamente
Voleva dije che nun c’era gnente

Poi ripensò: - Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzuolo:
ma più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione –
E pure lui se mise a pecorone.
( Trilussa . Cento Favole)

domenica 19 aprile 2020

Gli sport non sono tutti uguali.


Condivido una riflessione  scritta a quattro mani con il dottor Gianluigi Govagnoli responsabile dell’Ufficio Veterinario e Salute e Benessere del Cavallo Atleta della F.I.S.E.  Chiunque può facilmente comprendere le ragioni, anche di ordine pubblico, quanto mai stringenti in questo momento, sottostanti alla necessità di far ripartire uno sport in grado di tenere incollati al video milioni di telespettatori. Crediamo, tuttavia, occorra, oggi più che mai,  valutare anche altri parametri concernenti le differenti discipline sportive quali le distinzioni tra sport all’ aperto, con il contatto o senza il contatto, tra sport  individuali o di gruppo.                                      
 L’equitazione è uno sport dove il contatto ravvicinato tra gli atleti ( professionisti e non) è  impossibile a meno di almeno due metri di distanza , non fosse altro che per l’ingombro dell’animale stesso.  L’equitazione è uno sport il cui compagno è anch’ esso un atleta e un essere vivente il quale necessita di cure di vario tipo che possono essere demandate ad altri soggetti, che non siano i proprietari, per periodi di non troppo lunga durata: i cavalli necessitano di cure quotidiane,  di ferrature, di alimentazioni, che non sempre sono identiche gli uni per gli altri, necessitano di muoversi e, anche in questo caso, dobbiamo dire che non tutti sono abituati a farlo nello stesso modo.  Il nostro è uno sport che si svolge all’ aperto, sempre in grandi spazi e, dunque, crediamo sia assolutamente possibile ridare respiro alle attività equestri  dietro le quali gira un mondo fatto di operatori, gestori, amatori, atleti con una filiera  economica peculiare molto lunga, articolata e importante:  siamo convinti lo si possa fare in sicurezza sia per i proprietari che per i gestori delle strutture poiché non ci scordiamo che questa è la priorità.

mercoledì 8 aprile 2020

Cavalieri del buon senso


L’equitazione è uno sport assolutamente particolare poiché compagno di avventura è un essere vivente ed è un’attività che si può praticare in assoluta solitudine.  Essendo classificato tra “gli sport non di contatto" nell’ ottica di una, speriamo non troppo lontana, ripartenza sono certo che lo sport equestre possa essere uno dei primi a risorgere;  non dobbiamo, tuttavia scordare due componenti, in questo particolare momento storico decisamente importanti, riguardanti la sicurezza. Si! La sicurezza! Non possiamo scordare il fatto che l’equitazione sia uno sport potenzialmente pericoloso e non sarebbe certo questo il momento migliore per farsi male così come non possiamo sottovalutare il fatto che per rivedere i nostri cavalli dovremo accedere a strutture. Noi tutti, dunque, dovremo essere “cavalieri del buon senso” rispettando indicazioni precise di accesso ai circoli esattamente come, in un’azienda, verranno rispettate le precauzioni imposte dal legislatore. Se necessario potremmo anche scoprire un nuovo modo di approcciarci al nostro sport pensando, ove lo ritenessimo più sicuro, magari di non montare ( almeno fino a quando la situazione negli ospedali si manterrà critica) ma di accudire il nostro cavallo costruendo o ricostruendo un rapporto a terra con l’animale. Dovremo, poi, rammentare di essere uomini e donne responsabili verso se stessi e verso gli altri mantenendo comportamenti che verranno richiesti all’ interno delle strutture, comportamenti che saranno dovuti nell’ ottica della prevenzione e del rispetto della salute nostra e di chi in quelle strutture vi lavora. Credo che se saremo “cavalieri del buon senso” il nostro meraviglioso sport potrà ripartire!