Esiste un insano diritto, quello di parlare a sproposito! Riguardo ad Andrea Bocelli non voglio entrare
nel merito del suo successo, a mio avviso costruito e sopravvalutato, mi chiedo
unicamente a quale titolo parli, blateri, si esprima riguardo ad argomenti sui
quali la medicina e la scienza debbano ancora
terminare il Loro percorso. Solo qualche mese fa il cantante prendeva soldi dallo Stato per
farsi immortalare a casa, cauto, prudente, disciplinato ... mentre oggi incita alla
ribellione! Eh si! Perché i messaggi che l'artista lancia istigano alla ribellione! … Ma mi chiedo da cosa! Se ci
venisse chiesto di rimanere chiusi in casa, se non potessimo vedere o
frequentare i nostri affetti, se nemmeno potessimo uscire per una passeggiata …
forse qualche domanda me la porrei! Ma, ad oggi, ci viene chiesta solo un po’ di
disciplina, un po’ di igiene! … La grande parte del mondo scientifico sostiene
che il Virus non sia morto e l’Italia,
grazie anche ad una serie di precauzioni attuate, sembra essere un’ isola
felice rispetto al resto del Mondo. Mi chiedo, dunque, se sia così terribile non darsi la mano; se sia insostenibile il parlare ad un metro di
distanza; se sia assurdo l’igienizzarsi le mani dopo essere
venuti in contatto con un bancomat o un carrello del supermercato! Suvvia! …
Ricordiamo l’incubo vissuto e non diamo retta ai cattivi maestri quali Salvini e Bocelli!
L’Italia è un calciatore che ha subito un gravissimo infortunio! C’è il medico
buon consigliere il quale, dopo mesi di letto e sedia a rotelle, suggerisce al malato prudenza ancora per qualche tempo
al fine di una completa guarigione … c’è, poi, il cattivo consigliere che
incita l’atleta ferito a rientrare in campo subito, senza paure, scordando il
particolare che l’avversario non si curi
del fatto che il suo antagonista sia convalescente e un nuovo infortunio lo metterà ko... Una ricaduta metterà ( uso il futuro e non il condizionale non a caso) in ginocchio l'economia: non permettiamola, siamo prudenti!
mercoledì 29 luglio 2020
martedì 30 giugno 2020
Il football senza pubblico, uno sport senza il cuore.
Il calcio senza
pubblico è uno sport senza anima.
Sono
da sempre stato
appassionato di calcio anche se non sono
uno sfegatato
tifoso; amavo l’atmosfera
che si creava prima
di una partita, magari importante; mi piaceva osservare dal mio terrazzo di Torino
i pullman stipati di tifosi , gli stessi che poi vedevo colorare le gradinate
dello stadio con le loro coreografie. Lo sport è cuore,
anima: avete mai solo provato ad immaginare cosa significhi
giocare di fronte a quaranta, cinquanta, magari ottantamila tifosi che urlano,
cantano, incitano? Io nasco tennista, Mario Enrico Rossi che scrive a quattro
mani con me nasce calciatore ma entrambi sappiamo quale sia la differenza tra
giocare in un campo di periferia e giocare davanti a gente che ti osserva. Il
calcio è quel bambino che tiene per mano il suo idolo prima di entrare in
campo, sono gli occhi del tifoso felice o deluso sulle tribune, è la rabbia
dello sfegatato che vive per quella partita il martedì sera come fosse il suo
unico problema nella vita, sono gli occhi del piccolo tifoso felice in
contrasto con quelli del suo altrettanto giovane coetaneo deluso sugli spalti,
è il suono assordante dei cori e, poi, si!... ci sono anche loro, i mega milionari
che rincorrono una palla e che dovrebbero ricordarsi che senza quel bimbo in
tribuna, quell’operaio per il quale rappresentano il simulacro di una Vittoria
o di una Sconfitta della Vita, non conterebbero un bel nulla in assoluto.
Mega milionari che durante il Covid,
incredibilmente, ci sono mancati molto meno di quanto avremmo immaginato.
Queste partite
simulacro di allenamenti a porte chiuse sono inguardabili.
Non trasmettono
emozioni.
Maradona sarebbe
diventato la 'Mano de Dios' se avesse segnato un goal irregolare in uno stadio
desolatamente vuoto ?
Avrebbe avuto per lui
lo stesso significato alzare la coppa
davanti ad una
manciata di addetti ai lavori ?
Non si sarebbe gustato il ruggito della folla ?
Dalla bidonville di
Villa Fiorito al tetto del mondo solo per l'ingaggio e i diritti televisivi ?
Che tristezza sarebbe
stata !!!
Eh già, dimenticavo.
A tutto c'e' rimedio !!!
Il pubblico ologrammo - psichedelico della finale di Coppa Italia
(fantastico vero ?) ed il tasto verde di Sky per gli effetti sonori (peccato
che esulti in maniera asincrona)
Mario Catania
Mario Enrico Rossi
I
mercoledì 17 giugno 2020
Il caos e l'imposizione di una guida: la forza di ogni regime.
Il momento storico surreale che stiamo vivendo ha lasciato tutti, pochi esclusi, con un certezza: nessuno
si è fatto realmente un’idea di cosa sia accaduto! L’affermazione di cui sopra
è oltremodo preoccupante poiché implica l’assoluta sfiducia nei confronti di
chi sia deputato a governare e di chi sia deputato ad informare. Cosa sia accaduto? Perché sia accaduto? Cosa
stiamo vivendo e perché lo stiamo vivendo? Cosa sia tutto questo? … Nessuno lo sa eppure girano sul web, sui
notiziari, nelle conferenze stampa le tesi più disparate: una guerra di tutti
contro tutti. “Le mascherine servono ma
non servono”; ”Il distanziamento è utile ma pressoché inutile” ; “Il virus
resiste all’cambiente esterno ma l’ambiente esterno gli è letale”; “Abbiamo vissuto un dramma ma no! .. Non è
vero, era tutta una farsa!”. Tutti si
scoprono essere scienziati, ricercatori,
medici, economisti, politologi perché laddove manchi un punto di riferimento - il
quale, nel caso in specie dovrebbe essere rappresentato dallo Stato - molte,
troppe teste bene o malpensanti si arrogano il diritto di ergersi a tale rango
ed allora, volutamente o no, si crea il caos. Il caos è l’origine della
negazione della Verità. Esso è la nebbia che impedisce la vista, la nebbia che tutto
appiattisce e l’appiattimento della Verità è la prima e vera arma di ogni
regime.
giovedì 4 giugno 2020
Gli animali e l'uomo.
Il rapporto uomo - animale è atavico così come, a volte, risulta innata
la convinzione dell’essere umano di godere di una superiorità intellettiva nei
confronti degli animali. Ma, un animale, se sbaglia e viene punito non sbaglia
più! Tanti comportamenti di questi giorni mi hanno fatto sorgere alla mente
questo parallelismo: stiamo uscendo dal periodo più buio e duro dopo la Seconda
Guerra Mondiale; abbiamo preso lo schiaffo più forte che mai avremmo potuto
immaginare; siamo stati costretti in casa potendo, per mesi, uscire unicamente
con certificazioni, a duecento metri dall’abitazione, vedendo la nostra libertà
limitata se non azzerata e, oggi, quando ci viene chiesto di fare quello che
vogliamo indossando una mascherina, lavandoci le mani e stando un po’ distanti ….
tanti si ribellano, manifestano, sfottono perfino chi rispetta le regole. Solo
ieri parlavo con un ingegnere che, con sorriso furbino, sosteneva come i medici
fossero tutti degli sprovveduti improvvisatori che poco o nulla capiscono
rispetto, secondo lui, agli ingegneri; a parte che non auguro a questo signore
di aver bisogno di cure perché sarebbe bello che un medico improvvisato, nel
caso, gli dicesse due paroline ma il dotto in questione, mi parlava avvicinandosi,
senza mascherina o altro! Speravo che il
mondo potesse cambiare, che l’uomo imparasse da questa vicenda e invece vedo
vincere ancora l’arroganza, la stupidità, la strafottenza. Gli animali sono
perfettamente in grado di vivere in un sistema di equilibri mentre l’uomo è
sempre più incapace di vivere nelle regole; l’uomo è bravissimo a costruirsi
una propria convinzione, basata spesso sul sentito dire, per poi piegare tutta
la realtà alla stessa, purtroppo, però, essendo in molti, questo genera il caos.
venerdì 24 aprile 2020
Sportivi non delinquenti!
Orandum
est ut sit mens sana in corpore sano.( Giovenale . Satire.) L’uomo,
nell’intenzione del poeta, dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità
dell’anima e la salute del corpo. Il motto che da questa esortazione deriva, è,
in realtà, una mistificazione del suo stesso significato: Giovenale non afferma
che vi sia una mente sana in un corpo sano ma che sia obiettivo al quale l’uomo
anela quello di possedere l’una e l’altro. In molti, certamente, sosterranno e
sostengono che vi siano argomenti di maggiore importanza, piuttosto che lo
sport, da affrontare in momenti drammatici come quello che stiamo vivendo … ma
chi lo sostiene non comprende l’importanza della pratica sportiva nella società
né, tantomeno, comprende la rilevanza sociale della stessa. Praticare attività
sportiva non significa perdere tempo ma, molto spesso, scaricare tensioni, preoccupazioni,
stanchezza mentale. Le sostanze neurochimiche rilasciate durante l’esercizio
sono così potenti che vi potreste considerare dei farmacisti, auto-medicandovi!
Vi è una forte correlazione tra la quantità di alcuni neurotrasmettitori nel
cervello e il vostro stato d’animo. Infatti, come è stato più volte dimostrato,
l’esercizio migliora l’ambiente chimico cerebrale, sia a lungo che a breve
termine. Per le persone che invece, non sono clinicamente depresse, recenti
studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico sia uno dei più affidabili
“booster” dell’ umore. In un momento storico in cui si chiedono sacrifici
impensati ai cittadini, lasciare loro una valvola di sfogo sarebbe stata cosa
buona e intelligente, capace, magari, di placare polemiche e malumori.
Gli
uomini e le donne di sport a qualsivoglia livello, dal professionista al
dilettante, sono uomini e donne dedite a una disciplina, capaci anche di
sacrifici e, soprattutto, attenti alle regole, sarebbero stati, dunque, i
soggetti maggiormente controllabili e regolabili all’interno di un sistema
avviato alla confusione; siamo certi che ragazzi e ragazze sarebbero stati
capaci e perfettamente in grado di accettare allenamenti differenziati nello
spazio e nel tempo secondo regole e regolamentazioni espresse con chiarezza.
Ci
auspichiamo tutti che da questo errore, perché di errore si tratta, dell’aver
impedito, anzi vietato, ai cittadini di poter praticare attività sportiva,
anche in solitudine, si tragga, in futuro un insegnamento poiché siamo persuasi
del fatto che molte polemiche sarebbero potute essere evitate e una forte mano
sarebbe potuta essere lanciata dal mondo dello sport.
Ci
hanno avvilito immagini di elicotteri lanciati all’inseguimento di un povero
tapino che sta correndo, da solo, in una spiaggia deserta così come i proclami
tesi a demonizzare chi, da solo, avrebbe voluto interrompere una sorta di
arresto domiciliare con un giro in bici o una passeggiata in montagna in
solitudine, tutte situazioni in cui il contagio era ed è assolutamente
impossibile. Ammettiamo che vi sia stato qualcheduno indisciplinato,
soprattutto all’inizio quando la situazione era totalmente confusa ma d’uopo
sarebbe stato sanzionare coloro che creavano assembramenti evitando di limitare
le libertà di tutti, anche dei soggetti, degli atleti, degli amatori, dei
dilettanti, responsabili e ligi alle regole perché non dobbiamo mai dimenticare
che, in primis, il valore da tutelare sia la salute degli altri e nostra!
Federica
Brignone
Paolo
Pambianco
Davide
Diana
Mario
Catania
mercoledì 22 aprile 2020
La"psicosi" spiegata da Trilussa.
Il termine “psicosi”, nella sua accezione più estesa, indica
un fenomeno di apprensione , timore, paura, individuale o collettiva, che
assume aspetti quasi morbosi; la cosiddetta “psicosi di massa” è, invece, un
fenomeno socio psicologico che riguarda il manifestarsi degli stessi sintomi
isterici in più di una persona.
Bonsenso pratico
“Quanno de notte sparsero la voce
che un Fantasma girava sur castello
Tutta la Folla corse e, ner vedello,
cascò in ginocchio co’le braccia in croce.
Ma un Vecchio restò in piedi e, francamente
Voleva dije che nun c’era gnente
Poi ripensò: - Sarebbe una pazzia.
Io, senza dubbio, vedo ch’è un lenzuolo:
ma più che di’ la verità da solo,
preferisco sbajamme in compagnia.
Dunque è un Fantasma, senza discussione –
E pure lui se mise a pecorone.
( Trilussa . Cento Favole)
domenica 19 aprile 2020
Gli sport non sono tutti uguali.
Condivido una riflessione scritta a quattro mani con
il dottor Gianluigi Govagnoli responsabile dell’Ufficio Veterinario e Salute e
Benessere del Cavallo Atleta della F.I.S.E.
Chiunque può facilmente comprendere le ragioni, anche di ordine pubblico,
quanto mai stringenti in questo momento, sottostanti alla necessità di far
ripartire uno sport in grado di tenere incollati al video milioni di telespettatori.
Crediamo, tuttavia, occorra, oggi più che mai, valutare anche altri parametri concernenti le
differenti discipline sportive quali le distinzioni tra sport all’ aperto, con
il contatto o senza il contatto, tra sport individuali o di gruppo.
L’equitazione è uno sport dove il contatto
ravvicinato tra gli atleti ( professionisti e non) è impossibile a meno di almeno due metri di
distanza , non fosse altro che per l’ingombro dell’animale stesso. L’equitazione è uno sport il cui compagno è
anch’ esso un atleta e un essere vivente il quale necessita di cure di vario
tipo che possono essere demandate ad altri soggetti, che non siano i
proprietari, per periodi di non troppo lunga durata: i cavalli necessitano di
cure quotidiane, di ferrature, di
alimentazioni, che non sempre sono identiche gli uni per gli altri, necessitano
di muoversi e, anche in questo caso, dobbiamo dire che non tutti sono abituati
a farlo nello stesso modo. Il nostro è
uno sport che si svolge all’ aperto, sempre in grandi spazi e, dunque, crediamo
sia assolutamente possibile ridare respiro alle attività equestri dietro le quali gira un mondo fatto di operatori,
gestori, amatori, atleti con una filiera
economica peculiare molto lunga, articolata e importante: siamo convinti lo si possa fare in sicurezza
sia per i proprietari che per i gestori delle strutture poiché non ci scordiamo
che questa è la priorità.
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